Dieta per dimagrire in allattamento: quale seguire
Dimagrire in allattamento sembra spesso impossibile: in realtà basta rispettare qualche regola e seguire la dieta giusta.
L’allattamento al seno materno porta con sé numerosi vantaggi che derivano dalla naturalità di questa pratica. Come ormai è noto, non si tratta solo del nutrimento del neonato ma rappresenta una delle sue primissime esperienze con il mondo.
A partire dalle teorie di Donald Woods Winnicott, un pediatra e psicanalista attivo durante il Novecento, l’allattamento al seno materno rappresenta la prima forma di comunicazione del bambino e il modo in cui avviene finirà per condizionare il suo modo di vivere le relazioni future.
Dimagrire in allattamento sembra spesso impossibile: in realtà basta rispettare qualche regola e seguire la dieta giusta.
Dalle verdure alle uova, passando per tisane e carne bianca, ecco i 10 cibi che fanno bene durante l'allattamento, per la salute del bambino e della madre.
Durante le prime settimane di vita può capitare che il bebè tenda a dormire a lungo: ecco allora come svegliare un neonato da allattare.
Il contatto con la madre è per il neonato non solo rassicurante ma anche molto appagante. Questa esperienza favorirà, poi, nell’individuo adulto una affettività sana ed equilibrata, parimenti lontana sia dallo sviluppare rapporti anaffettivi e sia da quelli orientati a un attaccamento morboso.
Per produrre un quantitativo di latte sufficiente al nutrimento del bambino è necessario bere tanta acqua o, meglio, tisane a base di erbe benefiche come la camomilla. L’imperativo è attenersi a una dieta ricca di nutrienti e dal gusto delicato, quanto più naturale possibile: i cibi eccessivamente speziati o piccanti alterano il sapore del latte e possono causare dolorose coliche al neonato.
Un altro consiglio utile in caso di allattamento al seno è quello di mangiare considerando che per produrre latte sono necessarie mediamente 500 kcal giornaliere in più e, quindi, è normale avere più fame ma è preferibile aumentare il numero di spuntini distribuiti nell’arco della giornata più che eccedere nei quantitativi di cibo durante i pasti principali.
Lo svezzamento può cominciare dal 6° mese ma si raccomanda di evitare cambiamenti troppo bruschi e di prolungare quanto più possibile la fase di transizione dal seno materno al cucchiaino o al biberon.
È fondamentale alternare le due modalità di nutrimento per un periodo che può superare anche il 18° mese del bimbo. Tuttavia, nei casi in cui ciò non è possibile è raccomandabile che lo svezzamento avvenga salvaguardando quella modalità di contatto fisico fra madre e figlio più simile all’allattamento naturale, anche se la nutrizione è mediata dal biberon.
Dimagrire in allattamento sembra spesso impossibile: in realtà basta rispettare qualche regola e seguire la dieta giusta.
Dalle verdure alle uova, passando per tisane e carne bianca, ecco i 10 cibi che fanno bene durante l'allattamento, per la salute del bambino e della madre.
Durante le prime settimane di vita può capitare che il bebè tenda a dormire a lungo: ecco allora come svegliare un neonato da allattare.
Vietate le diete drastiche e le privazioni: per dimagrire quando si allatta basta semplicemente osservare qualche piccola accortezza.
Il seno dopo l'allattamento viene sottoposto a molti cambiamenti: ecco sette cose fondamentali da sapere se siete in questo periodo o state per arrivarci.
Durante l’allattamento bisogna seguire una dieta molto varia ed equilibrata dal momento che il latte materno subisce alterazioni di sapore e di qualità proprio in base a ciò che una donna ingerisce. Ci sono alcuni alimenti in particolare che devono essere evitati. Tra questi ci sono: l’alcol, il fumo, la caffeina, molti farmaci, alimenti che possono alterare il gusto del latte materno ( ad esempio cavoli, broccoli, asparagi, cardi, cicoria, verza, rape, carciofi, pomodori acerbi, funghi, aglio crudo, cipolla cruda, porro, gorgonzola, provola affumicata, lardo, panna, maionese, insalata russa, dado e peperoncino).
L’idratazione, indispensabile per il benessere del corpo, è ancora più fondamentale durante l’allattamento. Questa fase richiede, infatti, un aumento del fabbisogno quotidiano di acqua di circa il 30%. “Fin già dai primi giorni successivi al parto, il seno produce colostro, ad alto contenuto proteico e di sali minerali per poi arrivare, dopo 3-5 giorni, ad avere la montata lattea vera e propria - spiega Irene Cetin, esperto del Comitato Scientifico Acqua Panna, professore di Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi di Milano e direttore U.O. Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Luigi Sacco -. Nei primi 6 mesi la donna arriva a produrre fino a 800-1000 ml di latte al giorno e l’acqua rappresenta una grande quota di questo latte, anche perché il neonato ha una composizione corporea formata all’80% di acqua”. Durante tutto questo periodo, quindi, aumentano significativamente le richieste di acqua da parte dell’organismo materno. Ciò è dovuto sia all’incremento dell’irrorazione arteriosa e venosa del tessuto mammario, sia alla produzione vera e propria di latte. “Una corretta idratazione durante l’allattamento prevede un apporto di acqua tra i 2,5 e i 3 litri al giorno -. precisa la Cetin -. Il rischio di disidratazione è facile, soprattutto se si pensa a condizioni che possano ulteriormente aumentare le richieste, come per esempio il caldo dovuto al riscaldamento dei luoghi chiusi, la sudorazione, l’aumento della temperatura corporea, che spesso accompagna i malanni tipici di questa stagione, o l’attività fisica”. Per un’idratazione adeguata è consigliabile assumere acqua poco o mediamente mineralizzata, adatta in particolare per le donne che soffrono di problemi come ritenzione idrica e gonfiori. Parallelamente va curata la dieta quotidiana, che deve essere varia e bilanciata: è importante assumere cibi ricchi di fibre e proteine, e si può abbondare di verdura, frutta e legumi. E' bene, invece, limitare il consumo di zuccheri semplici e dare la preferenza agli zuccheri complessi, cioè pane, pasta e riso. La fonte di grasso migliore è l’olio extravergine d’oliva: non cambia il sapore del latte e apporta al neonato i preziosi acidi grassi monoinsaturi, utili per la struttura di tutte le cellule. Non dimentichiamo il ruolo degli acidi grassi essenziali omega 3 contenuti soprattutto nel pesce e importantissimi per lo sviluppo cerebrale del piccolo. Nonostante l’allattamento al seno sia una fonte naturale di nutrimento, di salute e di comunicazione tra madre e neonato, “non tutte le mamme riescono ad allattare - continua la professoressa -. Allora deve essere favorito con una corretta alimentazione e idratazione fin dalla gravidanza. Infatti le modifiche che portano il seno a prepararsi all’allattamento iniziano già nel primo trimestre di gravidanza e proseguono sotto l’azione di diversi ormoni. In particolare la ghiandola mammaria inizia a prepararsi aumentando proprio il contenuto di liquidi”.
Qualche settimana fa abbiamo parlato di quando sia importante l’allattamento al seno per rafforzare il legame, iniziato in gravidanza, tra una mamma e il suo bambino. E anche quanto sia importante informarsi sul corretto attaccamento del neonato per prevenire problemi al seno. All’origine dei disturbi più comuni, infatti, c’è spesso una posizione errata del bebè. Vediamo insieme quali. Se il bambino si attacca, tira e ciuccia malamente, può tagliarsi il capezzolo e nasce la ragade. Anche in questo caso, vi rimando al precedente articolo per scoprire come si cura. A volte, soprattutto durante le prime fasi dell’allattamento, il seno diventa gonfio, arrossato e dolente, congestionato e caldo, e il flusso di latte si arresta. È l’ingorgo. Possono essere motivi d’ingorgo un cattivo attaccamento al seno, il fatto che non si è consentito al bambino di attaccarsi quando avrebbe voluto o la mamma che ha proposto più volte la stessa mammella, dimenticando l’altra. O ancora: il seno ne risente se il bambino cambia i ritmi delle poppate, se ne salta una o se trascorre una notte più lunga del solito. Una donna può trovarsi anche di fronte a ingorghi ripetuti, ma in questo caso è necessario un counseling personale: allora si andrà a vedere cosa è successo nelle ultime 24 ore al bambino e alla mamma e si studieranno le modalità di risposta. La medicina ideale per curare l’ingorgo è proprio il bambino: lui può aiutare a svuotare il seno e se stesse il più possibile con la madre, anche la notte, potrebbe evitare che un seno già ingorgato diventi di marmo. Dunque la chiave di tutto è una corretta suzione, aiutata da una dieta povera di proteine animali, ricca di carboidrati, riso, frutta e verdura. Se invece, per varie ragioni, il bambino non può essere così presente, bisogna lavorare manualmente il seno: la madre deve mettersi tranquillamente seduta e, con un asciugamano bagnato, fare impacchi caldo-umidi per un quarto d’ora, venti minuti. E' necessario massaggiare bene il seno e la zona dell’areola, perché bisogna renderla, assieme al capezzolo, il più possibile mobile, duttile come una gomma da masticare. Se una mamma non ce la fa a svuotarsi il seno manualmente, un buon tiralatte può essere d’aiuto. Un vecchio rimedio è l’applicazione di foglie di cavolo cappuccio: bisogna schiacciare le foglie di cavolo con un mattarello se sono troppo rigide, adagiarle sul seno e lasciarle agire per 20 minuti (due volte al giorno). Questo metodo dovrebbe funzionare dopo due o tre applicazioni, senza abusarne perché c’è il rischio di diminuire la produzione di latte. La mastite non è altro che un ingorgo trascurato dovuto a mancanza di prevenzione. Bisogna stare attenti però a valutare bene l’esistenza o meno dell’infezione: spesso il rossore e la febbre, anche a 38 e mezzo, è solo segnale di ingorgo. Se quest’ultimo è sfiammato nelle 24 ore successive, può subito risanare. Il blocco di un dotto galattoforo può essere causato da poppate poco frequenti o da un’inadeguata rimozione del latte. Ciò provoca un gonfiore localizzato spesso molto fastidioso. Per scongiurare l’insorgere di questo problema è bene evitare di dormire a pancia in giù e di indossare reggiseni troppo stretti. È importante anche, come in tutti gli altri casi, che il bambino assuma una corretta posizione durante la poppata. Il mughetto è un’infezione provocata da un fungo che il piccolo può contrarre durante il passaggio dal canale del parto (se la mamma ne è affetta) o durante i primi mesi di vita, e che trasmette alla madre durante la poppata. La mamma avvertirà dolore durante l’allattamento, i capezzoli si irritano, bruciano, pizzicano e possono diventare lucidi. In questi casi è necessario intervenire subito usando sul capezzolo una pomata specifica. In quanto meccanismo ormonale, la produzione di latte è molto sensibile agli stress emotivi. Alcuni fiori di Bach possono essere utili ad alleviare gli stati d’animo negativi, che possono interferire con l’allattamento e il rapporto con il bambino. Ad esempio Olive serve a fare recuperare energia e serenità dopo il parto; Gentian per vincere la sensazione d’incapacità; Mustard contro gli sbalzi d’umore; Crab Apple se allattare crea disagio e imbarazzo; Gorse se si è scoraggiate. I fiori di Bach si usano mescolando 2 gocce di ogni rimedio in 30 ml di acqua minerale naturale con l’aggiunta di 2 cucchiaini di brandy. La dose è di 4 gocce, 4 volte al giorno da sciogliere sotto la lingua. Per rinvigorire i tessuti del seno, invece, bastano spugnature o docce fredde locali, dato che la bassa temperatura ha un effetto vasocostrittore e quindi rassodante. Inoltre getti di acqua fredda e calda, alternati per qualche minuto, sono una vera e propria ginnastica per il seno: stimolano i vasi sanguigni a contrarsi e dilatarsi, migliorando la circolazione e favorendo l’ossigenazione della pelle, con il risultato di un seno più roseo e turgido. Infine bastano pochi e semplici esercizi da praticare quotidianamente a casa per migliorare l’aspetto del seno. Un classico è quello di tenere le mani giunte all’altezza del naso e di spingere e rilassare i palmi uno contro l’altro con forza (tre serie da 10-15 ripetizioni). credit image by c r z via photopin cc
In gravidanza e allattamento occorre fare attenzione a introdurre nell'organismo tisane e infusi senza il controllo di un medico, lo dice il ministero della Salute.
Come cambia il seno durante la gravidanza? Ecco quello che avviene nei nove mesi, dal dolore iniziale fino all'aumento di una o più taglie.
Allattamento al seno: le piante galattogene stimolano la produzione del latte materno, ecco quali sono e come agiscono.