Sanremo 2020: anche la Regione Liguria chiede l'allontanamento di Junior Cally

Il Consiglio della regione presieduta da Giovanni Toti ha chiesto ufficialmente alla Rai di intervenire sull'affaire Junior Cally, sotto accusa per alcuni testi sessisti e violenti

Comunque vada sarà un successo: così solitamente si commentano le polemiche che circondano l’avvio del Festival di Sanremo, e anche quest’annata 2020 non sembra discostarsi da questa regola. Tuttavia per il conduttore Amadeus la gatta da pelare rappresentata dalla partecipazione del rapper Junior Cally potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Criticato per i testi di alcune canzoni, che secondo i commentatori inneggerebbero alla violenza e offrirebbero una posizione ambiguo rispetto alla cultura dello stupro, il cantante che al Teatro Ariston si presenterà con il brano No grazie è stato oggetto di reprimende anche da parte dei vertici della Regione Liguria.

Il Consiglio regionale, riunitosi stamane, ha infatti approvato all’unanimità la richiesta rivolta alla Rai di ritirare senza indugio l’invito al suddetto artista in merito alla partecipazione al 70esimo Festival di Sanremo. Un documento che è stato condiviso da tutti i membri e che chiede al Presidente Giovanni Toti di “esprimere pubblicamente ferma condanna nei confronti dei messaggi violenti e sessisti diffusi nella produzione musicale del trapper“.

Su Junior Cally si dovrebbe persino esercitare una sorta di damnatio memoriae, in quanto secondo la mozione non dovrebbe essere citato in alcun modo durante il Festival, avendo la manifestazione il compito di veicolare “un messaggio chiaro, forte e univoco contro la violenza di genere e le discriminazioni sessuali

Nel frattempo è partita anche una petizione online, sulla piattaforma Change.org, che ha raccolto 20mila firme. La richiesta è ovviamente sempre la stessa e in questo caso coinvolge anche il videoclip della canzone incriminata, Strega. In base alla descrizione del filmato il cantante “si muove minacciosamente di fronte ad una ragazza legata mani e piedi ad una sedia con un sacchetto sulla testa“.

Nella polemica si era già inserito l’ex Ministro degli Interni Matteo Salvini, che dopo il primo intervento ha voluto ribadire di non essersi scagliato contro il rapper, nello specifico, ma di voler chiedere chiarimenti al “signor Amadeus, pagato centinaia di migliaia di euro dai contribuenti italiani per selezionare il meglio della musica italiana.” Il politico se l’è poi presa anche con Fabrizio Salini, “pagato profumatamente per fare l’amministratore delegato della Rai. Non avete vergogna? Se uno sbaglia chiede scusa e torna indietro“.

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