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In una zona montuosa e ricca di boschi, torrenti montani e pascoli come quella del Vulture a nord della Basilicata si produce questo vino prediletto da Federico II, il grande Imperatore che definì la Lucania “stupor mundi”. Approfondiamone la conoscenza…
Zona di produzione e vitigni
L’Aglianico del Vulture Superiore si produce nella zona che comprende i comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, escluse le tre isole amministrative di Sant’Ilario, Riparossa e Macchia del comune di Atella, in provincia di Potenza. Vitigno aglianico 100% tipicamente meridionale, introdotto dai greci. Sono idonei alla produzione solo i vigneti ubicati su terreni collinari di origine vulcanica o di idonea costituzione, situati a un’altitudine tra i 200 e i 700 metri sul livello del mare e iscritti nell’apposito Albo.
Caratteristiche organolettiche
L’Aglianico del Vulture Superiore ha colore rosso rubino intenso tendente al granato con riflessi aranciati dovuti all’invecchiamento; profumo intenso e gradevole; sapore secco, persistente, giustamente tannico, armonico e vellutato con l’affinamento, lieve sentore di legno per l’invecchiamento obbligatorio di almeno 12 mesi in contenitori di legno e almeno 12 mesi in bottiglia e immissione in commercio dal 1° novembre del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve. Titolo alcolometrico volumico minimo 13,5%.
La prima DOCG della Basilicata
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Aglianico del Vulture Superiore” è riservata al vino già riconosciuto a denominazione di origine controllata con D.P.R. del 18 febbraio 1971, che risponde alle condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione e prevede la tipologia Aglianico del Vulture Superiore “Riserva”. Infatti, con Decreto del 2 agosto 2010 e approvazione del disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale n. 188 del 13 agosto 2010, all’Aglianico del Vulture Superiore è stata conferita la DOCG, prima DOCG della Basilicata che ha ottenuto il riconoscimento a DOCG dopo l’ottenimento della DOC.
Il 28 marzo del 2012 è stato emesso anche il Francobollo Aglianico del Vulture Superiore DOCG. Si ricorda che Poste Italiane ha emesso, dal 24 marzo 2012, il foglio “Vini Italiani DOCG” di 15 francobolli del valore di 9,00 EURO dedicato alle eccellenze enogastronomiche d’Italia. Ogni francobollo di 60 centesimi di 15 vini di 15 Regioni d’Italia mostra la denominazione, un vigneto ed un grappolo d’uva.
L’Aglianico del Vulture Superiore DOCG a tavola
Come abbiamo detto in apertura, è un vino “forte e tannico” per accompagnare piatti dal gusto intenso e piccante. Si abbina ad arrosti di carni bianche e rosse, pollame, pollame nobile e selvaggina, anche in preparazioni elaborate. La temperatura di servizio è di circa 18°C. Naturalmente ideale l’abbinamento con i cibi del territorio: con i famosi cavatelli con pomodoro, fagioli e cacioricotta o cima di rapa, con le lagagne, simili a tagliatelle e condite con ceci, aglio peperoncino e cotiche di maiale. Ottimo anche con i salumi locali, salsiccia o sopressata spesso aromatizzate con peperoncino e con le carni di pecora, agnello o montone cotte alla brace.
Un po’ di storia
L’Aglianico è stato introdotto molto probabilmente dai greci attorno al VI secolo a. C. e ribattezzato poi dai Romani “vitis ellenica” da cui produssero il famoso Falerno, uno dei vini più apprezzati nell’antichità.
La Lucania era la zona preferita dall’Imperatore Federico II, che vi soggiornava soprattutto per praticare i suoi sport preferiti. Ne sono testimonianza i castelli che lui fece costruire a poca distanza l’uno dall’altro a Melfi, Lagopesole, Palazzo S.Gervasio, Castel del Monte ed altri. Le sue tradizioni rimangono oggi nel meraviglioso Parco della Grancia, vicino Potenza, dove è possibile rivivere l’antica atmosfera e la tradizione medievale mediante varie rappresentazioni teatrali di Falconeria.
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