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Sangiovese di Romagna Doc: nome, profumo e sapore che raccontano il territorio e la storia della Romagna.
Il Sanzve’s, Sangiovese in dialetto romagnolo, è lo specchio fedele del carattere dei romagnoli: sincero, esuberante, forte, caloroso e delicato. Il Sangiovese è stato il primo vino romagnolo ad aver ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata, nel 1967.
Caratteristiche organolettiche
Il Sangiovese di Romagna Doc si ottiene da uve di Sangiovese dall’85% al 100% e per un massimo del 15% insieme ad altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la regione Emilia-Romagna.
Questo vino ha un bel colore rosso rubino, talvolta con orli violacei, con sentori di viola e frutti rossi. Al gusto si presenta asciutto, armonico e leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo. La gradazione alcolica minima deve essere di 12°.
Il Sangiovese di Romagna Doc si può consumare dopo il 1° dicembre dell’anno di produzione delle uve. La denominazione Sangiovese di Romagna Riserva ha bisogno di un invecchiamento più lungo: dal 1° dicembre dell’anno di raccolta delle uve, non meno di 24 mesi, di cui almeno 2 in bottiglia.
Il Sangiovese di Romagna Doc a tavola
Il Sangiovese di Romagna Doc, ambasciatore della propria terra per antonomasia, si abbina bene ad antipasti a base di salumi e a tutti i primi piatti fatti in casa, le minestre romagnole – cappelletti, garganelli, tagliatelle, lasagne al forno, pappardelle, strichetti, lasagne fini, maltagliati e quadrettini – condite con sughi di carne o di pomodoro, arrosti misti e grigliate, i classici castrato e cosciotto d’agnello, selvaggina e cacciagione, nonché stracotti, brasati e formaggi a pasta dura come Parmigiano Reggiano e Grana Padano stagionati e formaggio di fossa. Il Sangiovese Superiore è più adatto a pietanze come brasato, selvaggina di piuma e faraona. Si serve a temperatura di cantina.
Curiosità
Per rendere un omaggio solenne alla nascita del Sangiovese di Romagna, nel 1976 il Tribunato di Romagna, l’Ente Tutela Vini di Romagna, la Società del Passatore e l’Associazione Italiana Sommelier hanno collocato proprio sul monte Giove una lapide con la scritta “Qui sul colle/ che di Giove ha il nome/oggi XXIX ottobre MCMLXXVI/ la Romagna dei Vini/ e dei vigneti/ recinge la fronte del nume/ con l’aureola/ del San-Giovese/ rivendicandone/ con certezza di fede/ la feconda primogenitura”.
Un po’ di storia
Le origini del Sangiovese di Romagna Doc sono incerte, a cominciare dal nome. Secondo alcuni proverrebbe da “Sanctus Zeus”, il dio Giove degli antichi Romani, mentre altri lo fanno derivare da monte Giove o colle Jovis, una collina nei pressi di Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini. Su questa collina esisteva un convento di frati circondato da vigneti.
Si racconta che, durante un banchetto, a un illustre ospite del convento che chiedeva di sapere il nome del vino offertogli, i monaci, presi alla sprovvista, risposero: “Sanguis Jovis”, nome che da allora identificò quel vino come Sangiovese. Ma è solo leggenda…
Qualunque sia l’origine del vitigno Sangiovese, oggi il Sangiovese prodotto nell’area romagnola, nelle tipologie di base, Novello, Superiore e Riserva, va conoscendo una sempre maggiore e costante crescita di qualità, che lo ha reso un prodotto d’eccellenza come gli altri vini più nobili.
Il Sangiovese di Romagna Doc è il simbolo dell’Ente Tutela Vini di Romagna, (www.consorziovinidiromagna.it), consorzio di produttori vitivinicoli nato a Forlì nel 1962 con lo scopo di tutelare i vini di Romagna e vigilare sulle doc.
Ci piace presentarvi una poesia di Aldo Spallicci, Pampna, pubblicata in “Poesie in volgare di Romagna”, edite da Garzanti nel 1971.
Sanzves
Indentr’a e’ védar de’ bichìr l’è cêr
ch’us ved de’ cant ad là.
Dò che toca l’arfà
cun cla punta d’amêr.
Sanzves, Sanzves, e’ bé ross ch’u t’aiuta
a buté fura vì
tot al malincunì.
Avanti! a la saluta!
L’é coma e’ bòzzal che fa post a e’ fior
e de’ fior l’ha l’amor.
Boca bona, che “engua!”
cma che s-ciòca la lengua!
Traduzione
SANGIOVESE
Dentro al vetro del bicchiere è limpido (tanto) che vi si vede
oltre (dalla parte opposta). Dove tocca rifà (rinnova) con quella punta di amaro. Sangiovese, Sangiovese, il vino rosso che t’aiuta a gettar via tutte le malinconie. Avanti! alla salute! E’ come il boccio che fa posto al fiore e del fiore ha il gusto (il sapore). Bocca buona, che “sangue di…” come schiocca la lingua!
Notizie recenti sul Sangiovese di Romagna doc, il vino della Solidarietà
Dal Sangiovese di Romagna Doc ‘nasce’ l’acqua per una regione del Kenia flagellata da un’aridità perenne. È quasi un miracolo, un miracolo come quello congegnato dal CEFA onlus, organizzazione nazionale con sede a Bologna, molto attiva in progetti agronomici di sviluppo nel terzo mondo, e Cantina di Cesena, 610 soci coltivatori nei dintorni della città, per una produzione totale di 80.000 ettolitri di vino.
La Cantina Sociale di Cesena destinerà infatti 60 centesimi come donazione al CEFA per ogni bottiglia venduta di un Sangiovese di Romagna superiore doc 2007 appositamente prodotto.
www.cantinacesena.it
www.cefaonlus.it
photo credit: Luptor via photopin cc
https://www.diredonna.it
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