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Il Cannonau è il vino più antico del Mediterraneo, molto apprezzato come vino da pasto in abbinamento soprattutto con arrosti di carne, piatti di selvaggina, pesci cucinati “in rosso”, formaggi stagionati e…altro, alla temperatura di 18 °C. Ma di questo parleremo più avanti...
Ambasciatore della Sardegna, il Cannonau è la Doc più importante dell’isola e il vino che forse più d’ogni altro richiama le antiche tradizioni e l’ospitalità dell’isola. La coltivazione del vitigno e la relativa zona Doc è diffusa in tutta la Sardegna, ma l’ambiente più favorevole per produzioni di qualità è l’area centro-orientale, in particolare l’Ogliastra, la Baronia, la Barbagia, il Mandrolisai.
È un vino di grande personalità e di un fascino tutto particolare: un vino che racchiude l’anima della terra e del territorio dove viene coltivato. Le uve da cui si ottiene il Cannonau di Sardegna doc devono essere prodotte nell’ambito territoriale della regione Sardegna. La sottodenominazione Oliena o Nepente di Oliena è riservata al Cannonau di Sardegna proveniente da uve prodotte e vinificate nel territorio comunale di Oliena e in parte di quello di Orgosolo, in provincia di Nuoro.
Le caratteristiche organolettiche
I vini Cannonau di Sardegna devono essere ottenuti dalle uve del vitigno Cannonau, con eventuale aggiunta di uve a bacca nera, nella misura massima del 10%. Il vino Cannonau di Sardegna doc è rosso rubino intenso, tendente a sfumature granata con l’invecchiamento, caratterizzato da un bouquet intenso, che ricorda fiori o frutti rossi, freschi. All’olfatto, si percepiscono gradevoli sentori di ciliegia e menta.
La gradazione alcolica varia a seconda della zona di produzione, ma non è comunque mai inferiore ai 12,5°. È un vino che ha vita lunga, se ben conservato. Il vino Cannonau all’esame visivo si presenta di colore rosso rubino più o meno intenso, che con l`invecchiamento tende all’arancione.
Il Cannonau a tavola nello specifico
Gli abbinamenti gastronomici sono praticamente tutti quelli offerti dalla cucina tradizionale sarda, come abbiamo già citato: pecorino sardo stagionato, salsiccia sarda, porchetta allo spiedo, lepre alla sarda, maccarones, sebadas, pirichittus, coietas di vitello, antipasti di salumi sardi grassi e saporiti, carni rosse alla griglia, brasati, cacciagione, selvaggina e formaggi maturi. Ideale con la pasta fatta in casa, come i culurgiones, pasta fresca ripiena, i malloreddus, tipici gnocchetti sardi, o i maccarones, dalla classica forma allungata, conditi con ragù rosso. Si abbina anche a dolci come le sebadas, ripiene di formaggio e cosparse di miele o zucchero, e i piricchittus, dolcetti ricoperti di glassa. Ma possiamo gustarlo quando ci aggrada, senza gli abbinamenti di programma.
Fra storia e curiosità
Le sue origini si fanno risalire al periodo della dominazione spagnola. Ma la prima citazione del Cannonau in Sardegna risale al 1549 in un atto del notaio Bernardino Coni, a Cagliari.
Al Cannonau è legata anche una delle prime strade del vino presenti in Sardegna, un percorso tematico che abbraccia le aree geografiche del Nuorese, del Mandrolisai e dell’Ogliastra, lungo il quale gli enoturisti potranno conoscere le bellezze del posto, tra favolosi scenari naturali, dalla montagna al mare, che si alternano a paesaggi agricoli, in un contesto ricco di siti archeologici.
Al Vinitaly di Verona, la più prestigiosa vetrina mondiale per le produzioni enologiche, i vini Cannonau della Costa Orientale di Sardegna hanno raccolto attraverso gli anni importanti successi, così come sulle prestigiose riviste specializzate del Gambero Rosso, la Guida dell’Espresso e la Guida dei Vini d’Italia fondata da Luigi Veronelli.
Il Cannonau è citato anche nella celebre ode al Nepente di Oliena di Gabriele D’Annunzio.
photo credit: Edoardo Tacconi/ Edward Fònel via photopin cc
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