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Uno dei grandi rossi del Piemonte e dell’Italia il Barbera d’Alba, un vino di prestigio, dai colori che in genere si avvicinano al rubino purpureo degli abiti cardinalizi, dal profumo ampio e composito, con note fruttate che sanno di mora, ciliegia, fragola e richiamano i sapori speziati della cannella, della vaniglia e del pepe verde.
Zona di produzione e vitigni
50 comuni in provincia di Cuneo, con epicentro Alba. Si ottiene dal vitigno Barbera, la varietà d’uva a bacca nera più diffusa in Piemonte, Fermentazioni e affinamento in rovere. Il disciplinare di produzione della Barbera d’Alba doc, modificato in aprile del 2010, prevede l’utilizzo di uve Barbera dall’85% al 100%, con l’eventuale aggiunta di uve Nebbiolo fino a un massimo del 15%.
Il Barbera d’Alba Doc a tavola
Si sposa molto bene con gli antipasti caldi della cucina piemontese; primi piatti come agnolotti al ragù, riso e cavoli, tortellini in brodo e risotto alla milanese; minestre e zuppe; carni bianche e volatili in umidi aromatici. carni rosse grigliate. anguilla, baccalà e stoccafisso, zuppe di pesce aromatiche. Ideale anche con i formaggi delle Langhe di media stagionatura.
Conservazione
Il Barbera d’Alba è un vino di pronta beva: non è consigliabile farlo invecchiare, perciò basta mantenere le bottiglie in un locale asciutto ad una temperatura ambiente. Si può conservare per almeno 6-7 anni.
Temperatura di servizio
La gradazione alcolica minima complessiva dev’essere di 12°. Si serve a una temperatura tra i 16 e i 18° in calici a balloon entro cinque o sei anni dalla vendemmia.
Un po’ di storia
Il Barbera d’Alba doc ha origini molto antiche, ma la sua importanza crebbe notevolmente alla fine dell’Ottocento, quando fu riconosciuto come “vitigno di grande vigoria in grado di resistere alla fillossera, temibile malattia della vite che aveva distrutto parecchi vigneti”. Il riconoscimento della Doc arriva il 27 maggio del 1970 e modificato poi nel 1977, 1987, 2001 e nel 2010. Oggi è annoverato fra i grandi rossi del Piemonte e dell’Italia.
Curiosità
Quando si parla di vini Barbera, anche i più esperti hanno un dubbio: il Barbera o la Barbera? Carducci e Pascoli, ad esempio, hanno cantato le lodi della “Barbera”. Sembra che la forma corretta sia “il Barbera”, in quanto l’articolo maschile si riferisce al termine non scritto “vino”. Quindi il Barbera! Ma qualcuno dice che: “Non sbaglia chi sostiene che la forma corretta sia la Barbera: in Piemonte, infatti, è consuetudine riferirsi al vino Barbara al femminile, e, quindi con la Barbera, mentre se al maschile si intende generalmente il vitigno. Comunque lo chiami”.
La Valutazione della Commissione Tigulliovino : 15/20 (@@@)
E chi non ricorda BARBERA E CHAMPAGNE? Come non ricordare la canzone di Giorgio Gaber inneggiante al Barbera, ideale compagno nella gioia e nel dolore, buono da bere nei momenti felici ma anche per…dimenticare un amore? Cantiamola insieme, pa ra pa pa!!!
Barbera e champagne, stasera beviam
per colpa del mio amor, pa ra pa pa
per colpa del tuo amor, pa ra pa pa.
Ai nostri dolor insieme brindiam
col tuo bicchiere di barbera
col mio bicchiere di champagne.
photo credit: star5112 via photopin cc
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