Moda sostenibile, è davvero possibile? Le ultime novità e gli obiettivi da rispettare

Capiamo quali sono gli obiettivi e le novità dell'industria della moda dopo il COP 26 per un futuro veramente sostenibile

Sentiamo spesso parlare di moda sostenibile e c’è un domanda che ricorre impetuosa nei pensieri di tutti: è davvero possibile? Dopo una pandemia e il cambiamento climatico sempre più evidente, sembra che i brand di moda e l’industria del fashion siano sempre più convinti di agire per un futuro sostenibile.

Non c’è più tempo per parlare soltanto di questi problemi. Adesso bisogna agire e prendere provvedimenti immediati che mirano a effettuare nel concreto la transizione del settore fashion verso politiche sostenibili e green. Sì, perché la moda è tra i settori industriali più inquinanti al mondo nonché il responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra.

Il fattore dell’urgenza pesa ancora di più se si considera la crescita esponenziale che il settore moda avrà nel prossimo decennio oltre il 70% entro il 2030. É evidente, dunque, che bisogna intervenire con estrema urgenza nella transizione della filiera produttiva per proteggere l’ambiente e lottare contro il cambiamento climatico. Ma quali sono le ultime novità in tema di moda sostenibile e quali sono gli impegni che le grandi industrie di moda (anche di lusso) vogliono attuare?

Il G20 di Roma introduce il passaporto digitale della moda sostenibile

In occasione del G20 di Roma, la Fashion Taskforce del Principe Carlo introduce il passaporto digitale della moda sostenibile che punta tutto su un’economia circolare, consapevole e green. Ricordiamo che la Fashion Taskforce nasce nell’ambito della Sustainable Markets Initiative (SMI) di Sua Altezza Reale Carlo d’Inghilterra, il quale decide di nominare come presidente il founder di Yoox Federico Marchetti.

Proprio quest’ultimo lancia il progetto innovativo del passaporto digitale con il quale i membri della Taskforce di moda si impegnano a mettere in atto un cambiamento significativo: da Chloè a Stella Mc Cartney, da Giorgio Armani a Selfridges sono tanti i brand che decidono di impegnarsi nell’ottica di una moda sostenibile.

Come? Il passaporto digitale è un primo passo che permetterà di rendere tracciabile e trasparente ciascun prodotto fashion. In questo modo il consumatore avrà una serie di informazioni che lo guideranno in uno acquisto consapevole e sostenibile. Attraverso un QR Code da scansionare tramite smartphone, verranno indicati ai consumatori i materiali impiegati, la loro origine e i fornitori nell’ottica di una totale trasparenza.

Moda sostenibile: vintage e noleggio di lusso

moda sostenibile
Vintage-Fall/Winter 1997-1998 collection Jean Paul Gualtier , prezzo 500 euro (foto: jeanpaulgaultier.com)

Moda vintage e noleggio di capi di lusso: sono queste le strategie che grandi maison come Jean Paul Gaultier e Valentino hanno deciso di mettere in atto nell’ottica di una moda sostenibile. Proprio Jean Paul Gaultier crea la sezione vintage sul suo e-shop in cui è possibile acquistare capi di abbigliamento ripescati dagli archivi della maison. Come il cappotto vintage della collezione la Culture Noir et sa force 1997/1998 in cotone gabardine e fantasie di mattoni e graffiti colore giallo.

Sempre sul sito online è possibile, inoltre, noleggiare alcuni modelli d’archivio. Si può scegliere tra circa 30.000 articoli più simbolici del brand degli anni ’80 e ’90 a fronte di un prezzo di affitto tra i 100 e i 700 euro.

La collezione Co-Exist di H&M

Nell’ambito del progetto Innovation Stories, lanciato all’inizio del 2021, H&M presenta la nuova collezione Co-Exist realizzata con materiali innovativi e sostenibili impiegati in alternativa ai materiali di origine animale. Si tratta di una collezione all’avanguardia che punta a un futuro in cui uomini e animali co-esistono in un equilibrio perfetto e armonico.

Co-Exist è stata approvata dall’organizzazione animalista PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) proprio in virtù della presenza di tessuti e lavorazioni che rispettano gli animali. Tra le innovazioni e i materiali più innovativi c’è l’Ecolyn ricavato dai reti da pesca, scarti di tessuto e da tessuti industriali rigenerati con l’obiettivo di creare un materiale alternativo alla lana privo di qualsiasi risorsa fossile e da poter riciclare all’infinito. L’emblema di questa collezione sostenibile è sicuramente il piumino composto da fiori selvatici coltivati e raccolti a mano in prati spontanei senza l’impiego di pesticidi e di irrigazione artificiale.

Valentino il packaging sostenibile

Lungo il percorso verso una moda sostenibile, Valentino introduce un inedito packaging volto a modificare in chiave sostenibile la brand identity. A partire dal mese di novembre, in tutte le boutique del mondo e sull’e-commerce, saranno presenti le nuove shopping bag bianche con logo tridimensionale rosso Valentino realizzate in carta riciclata al 55%. Lo stesso sistema produttivo viene applicato anche alle scatole in cartone realizzate con carta proveniente da foreste gestite in maniera responsabile (75% bambù, 25% fibra di cotone).

Luisa ViaRoma Sostenibile: un acquisto equivale a 500 litri di acqua

Per rispondere all’emergenza di mancanza di acqua in alcuni Paesi sotto sviluppati del mondo, LuisaViaRoma in collaborazione con Oxfam Italia lanciano una nuova collaborazione: per ogni articolo acquistato nella sezione dell’e-commerce LVRSustainable, Luisa Via Roma sostiene il lavoro di Oxfam garantendo 500 litri di acqua sufficienti al fabbisogno di una famiglia per una settimana. L’acqua è un bene primario indispensabile per bere, lavarsi, cucinare e per vivere.

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