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L'attrice ci lasciava 58 anni fa ma il suo mito è destinato a vivere per sempre
Icona indiscussa del cinema mondiale, Marilyn Monroe ha incantato intere generazioni di spettatori con la sua grazia, bellezza e simpatia. Un’attrice in grado di bucare lo schermo grazie alla femminilità che accompagnava a un modo di fare ingenuo e genuino.
Amatissima dal pubblico, la Monroe non ha sempre avuto la stampa e la critica dalla sua parte. La sua tormentata vita amorosa ha sempre fatto parlare più delle sue interpretazioni. Eppure, dopo la sua scomparsa, tutto di Marilyn è diventato iconico: il sorriso, il neo, i capelli biondi e la mimica facciale a metà tra femme fatale e una bambina curiosa. I suoi film fanno parte della storia del cinema. Impossibile non citare le sue interpretazioni in A qualcuno piace caldo, Gli uomini preferiscono le bionde e Quando la moglie è in vacanza.
Tra mito e realtà, la figura di Marilyn Monroe è una delle più discusse, amate, imitate e citate della cultura popolare insieme a quella di Elvis Presley.
58 anni fa moriva Marilyn Monroe a soli 36 anni. Il 5 agosto 1962, all’apice della sua carriera, fu ritrovata morta nella sua casa di Brentwood, a Los Angeles. Un mistero mai realmente risolto perché la sua morte, ancora oggi ricca di punti oscuri, è stata fonte di teorie, cospirazioni e leggende metropolitane.
L’autopsia disse che si trattò di overdose di barbiturici. Suicidio? Un tragico incidente? L’idea che fosse rimasta vittima di un complotto partì subito. I maggiori indiziati per l’opinione pubblica furono i fratelli Kennedy, il presidente John e suo fratello Bob. Entrambi presunti amanti dell’attrice che aveva dedicato quel sensuale Happy Birthday Mr President a John Kennedy qualche mese prima.
Qualunque siano state le reali circostanza della morte di Marilyn, la sua vita si è spenta troppo presto e in solitudine. Il suo mito però, era solo all’inizio.
Norma Jeane, conosciuta con il nome d’arte di Marilyn Monroe, nacque il 1° luglio 1926, a Los Angeles. La madre, Gladys Pearl Monroe, che lavorava alla Consolidated Film Industries. Era stata sposata già due volte, aveva altri figli e non chiarì mai l’identità del padre di Marilyn Monroe.
Sua madre era mentalmente instabile e, finanziariamente, non era in grado di prendersi cura della figlia. Così, affidò Norma Jeane a Wayne e Ida Bolender, una coppia che si occupava di bambini in affido in cambio di denaro, fino all’età di sette anni.
Norma venne poi affidata a una coppia di inglesi, prima di tornare ad abitare con Gladys. A sua madre venne diagnosticata una schizofrenia paranoide e Norma Jeane fu presa in custodia dalle autorità statali. La migliore amica di Gladys, Grace McKee, archivista di pellicole alla Columbia Pictures divenne la sua tutrice. Fu proprio grazie a lei che cominciò ad appassionarsi al cinema e alla vita hollywoodiana. Ma anche questa parentesi familiare non si concluse bene. Dopo il matrimonio di Grace, nel 1935 fu mandata all’orfanotrofio Children’s Home Society di Los Angeles dove rimase fino al 1938. Iniziò un calvario tra affidamenti a diverse famiglie per brevi periodi, violenze e disattenzioni.
Tornata a casa da Grace, conobbe il figlio del vicino, James Dougherty, con il quale la sua tutrice la convinse a sposarsi nel 1942. Dopo che il neo marito si arruolò nella marina mercantile, Norma iniziò il lavoro come operaia alla Radio Plane. Fu qui che fu notata la prima volta dal fotografo David Conover, che andò allo stabilimento per immortalare “ragazze che tenessero su il morale delle truppe al fronte” per un servizio per la rivista Yank. Iniziò così una carriera da modella e divorziò da James nel 1946.
Le sue foto divennero subito popolari e arrivarono tra le mani di Emmeline Snively, direttrice della più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood. La donna le fece schiarire i capelli e le insegnò come sorridere davanti alla macchina fotografica. Le sue foto fecero il giro del mondo e furono pubblicate su diverse riviste anche in Europa.
Lo stesso anno arrivò la sua grande occasione: firmò il suo primo contratto cinematografico della durata di sei mesi con la Fox per un compenso di 125 dollari a settimana. Fu il regista Ben Lyon a consigliarle di cambiare nome in Marilyn Monroe, per il suono sensuale della doppia M.
Recitò in piccolissimi ruoli, quasi sempre non creditati, e ottenne un nuovo contratto dalla Columbia Pictures (della durata di altri sei mesi per 175 dollari alla settimana). Dovette attendere fino al 1950 per la prima parte acclamata dalla critica, quella di Angela Phinlay in Giungla d’asfalto.
Da quel momento le occasioni e i successi di Marilyn Monroe crebbero notevolmente e, in pochi anni, divenne la diva più richiesta a Hollywood. Vediamo i suoi film più celebri e quelli di maggior successo:
La difficile infanzia e l’adolescenza travagliata hanno influenza la sua vita adulta. Marilyn come sua madre soffriva di disturbi psichici, che l’hanno logorata negli ultimi anni di vita, tra psicofarmaci e ricoveri.
La vita sentimentale fu la maggiore causa dei suoi problemi. A soli 16 anni fu costretta a sposare Jim Dougherty, da cui divorziò nel 1946. Dopo vari fotografi di moda, fu la volta di Johnny Hyde, vice presidente di una delle più importanti agenzie di Hollywood, che si dice morì per il dolore causatogli dall’abbandono di Marilyn.
Il secondo matrimonio fu con il campione di baseball Joe Di Maggio. La coppia, conosciutasi nel 1952, riempiva le pagine della cronaca rosa. Si sposarono in forma privata il 14 gennaio 1954 al Municipio di San Francisco. Durante il viaggio di nozze Marilyn venne invitata in Corea per partecipare a uno spettacolo organizzato per i soldati impegnati al fronte, show diventato poi un pezzo della storia dello spettacolo. La sua provocante esibizione mandò su tutte le furie Joe che minacciò di chiedere il divorzio. Si lasciarono a meno di un anno dalle nozze tra scenate di gelosia e scontri. I due però rimasero in contatto fino agli ultimi mesi di vita di Marilyn.
Il terzo marito dell’attrice fu lo scrittore, drammaturgo e commediografo Arthur Miller. Dopo una breve relazione quando l’uomo era ancora sposato, i due tornarono insieme e si sposarono il 1° luglio 1956 con rito ebraico. Il matrimonio procedeva molto bene e Marilyn cercava di fare di tutto per essere la moglie perfetta. La coppia ha divorziato nel 1961 dopo un aborto, i ricoveri dell’attrice e la sbandata per l’attore francese Yves Montand.
Gli ultimi uomini della vita della Monroe furono i fratelli Kennedy, prima John e poi Robert. Queste due storie clandestine portarono a un peggioramento repentino della sua situazione mentale, e alla prematura morte. Marilyn non ha mai avuto figli ma, come da lei stessa raccontato, ha avuto ben 14 aborti, alcuni spontanei.
Divertente e irriverente, Marilyn Monroe è rimasta nel cuore di tutti anche per alcune citazioni famosissime ancora oggi:
Icona pop per eccellenza, Marilyn Monroe ha influenzato la cultura di massa attraverso la sua immagine. Il suo volto è forse il più rappresentato su poster, locandine, stampe cinematografiche e non. La sua bellezza senza tempo è l’incarnazione della donna anni ’50 e ’60 nell’immaginario collettivo.
Marilyn ha influenzato decine e decine di artisti famosi da Madonna a Beyoncé e Gwen Stefani, che hanno riproposto sul palco o nei loro video immagini simbolo della Monroe. La più nota è senza dubbio la scena del brano Diamonds are girls best friends da Gli uomini preferiscono le bionde, riprodotta in numerosi film e video musicali, compreso Material Girl di Madonna.
Nel 1999 è stata proclamata, dall’American Film Institute, la sesta più grande attrice della storia del cinema. Tra i numerosi artisti che hanno utilizzato il volto o il corpo dell’attrice vi sono Andy Warhol, Salvador Dalí, Keith Haring e David LaChapelle. Nel 2011 il film Marilyn, diretto da Simon Curtis, ha narrato una settimana della vita dell’attrice, interpretata da Michelle Williams.
La vita di Marilyn Monroe è ricca di aneddoti e curiosità, ecco i più interessanti:
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