Mariam Elouziri è la prima reginetta con il velo a Milano
Per la categoria dai 14 ai 18 anni ha trionfato invece Nourhan El Nagar. L'organizzatrice dell'evento, Assia Belhadj: "L'hijab non è solo un capo d'abbigliamento femminile, è un simbolo".
Per la categoria dai 14 ai 18 anni ha trionfato invece Nourhan El Nagar. L'organizzatrice dell'evento, Assia Belhadj: "L'hijab non è solo un capo d'abbigliamento femminile, è un simbolo".
Assia Belhadj è un’attivista per i diritti umani italo-algerina. Presidente dell’associazione Movimento delle donne musulmane d’Italia ha organizzato il concorso “Regina con l’hijab, sii l’esempio”, il primo in Europa riservato alle donne con il velo. L’iniziativa, che ha avuto luogo sabato 4 giugno 2022 a Cinisello Balsamo (Milano), aveva lo scopo di rompere i tabù, per dimostrare che le donne musulmane indossano l’hijab spontaneamente e orgogliosamente, non perché sottomesse.
“Non è solo un capo d’abbigliamento femminile, è un simbolo“, ha scritto Belhadj su Facebook nel lanciare l’evento. Come riporta Daily Muslim, l’organizzatrice ha spiegato:
“‘Regina con il Hijab’ non è un concorso di bellezza, ma un concorso che valuta la vestibilità dell’hijab secondo i criteri musulmani, il comportamento della ragazza che lo indossa e la sua integrità”.
Rivolto alle ragazze della seconda generazione, nate e cresciute in Italia, l’evento ha visto la partecipazione di più di 100 ragazze, suddivise in due categorie a seconda dell’età (14-18 e 19-25 anni). La regina della prima categoria è la 18enne di Milano, Nourhan El Nagar, mentre la vincitrice della seconda è la studentessa 23enne di Abbiategrasso, Mariam Elouziri.
A La Stampa, Elouziri ha raccontato:
“L’ambiente e gli abiti rispettavano fedelmente la nostra cultura e durante il concorso ho molto apprezzato che non si puntasse affatto sulla bellezza. A turno ci hanno chiesto quali fossero i nostri valori e perché portassimo il hijab, facendo attenzione al tipo di abbigliamento. Il velo non è solo un pezzo di stoffa, ma ciò che mi identifica quando esco di casa. È il simbolo delle mie origini e della mia religione, non un ostacolo alla vita o un atto di sottomissione come spesso si crede. Mettere il velo per me significa avere fiducia in me stessa e in Allah. Mi fa sentire una regina a prescindere dal titolo che ho vinto”.
La 23enne ha concluso:
“Ora ho una responsabilità nei confronti delle mie coetanee, mi prenderanno come modello da seguire e intendo migliorarmi per essere all’altezza di questo compito. Voglio aiutarle a integrarsi nella società, dimostrare che una ragazza può essere accettata anche se ha il velo. Io per esempio lo indosso e sono una rappresentante degli studenti del Dipartimento di Scienze del Farmaco. Vuol dire che possiamo raggiungere i nostri obiettivi anche se tante volte sembra difficile”.
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