Gravidanza: sintomi e dolori da non sottovalutare

In gravidanza possono esserci sintomi e dolori che non bisogna sottovalutare. Ecco come riconoscerli e capire come affrontarli.

Durante la gravidanza si potrebbero avvertire diversi tipi di disturbi anche sotto forma di dolori, almeno per quanto riguarda i primi mesi. Anche nel caso di future mamme non primipare, però, non sempre è facile ricondurre i dolori a cause note, ed è per questa ragione che è sempre preferibile contattare il proprio medico curante per accertarsi delle motivazioni di sintomi o fastidi particolari.

In gravidanza possono verificarsi campanelli d’allarme molto chiari, come dolore tagliente nella parte media o superiore della pancia, con o senza nausea o vomito; questo potrebbe far pensare a una grave indigestione, a un virus intestinale, o potrebbe essere un segnale per un’intossicazione alimentare.

Se si è nel secondo trimestre di gravidanza questi stessi dolori potrebbero, invece, implicare una preeclampsia, ovvero gestosi, che consiste in uno stato caratterizzato da ipertensione, proteinuria e/o edema in una donna gravida, e può insorgere tra la tra la ventesima settimana di gestazione fino alla fine della prima settimana post partum.

Nel caso di dolore lancinante al basso ventre, da uno o entrambi i lati, potrebbe significare che avete stirato un legamento dell’addome (cosa comune in gravidanza), oppure, può essere causa di una gravidanza extrauterina, un aborto spontaneo, un parto prematuro o un distacco di placenta, vale a dire quando la placenta si separa dal rivestimento dell’utero.

In questo, come nel caso di febbre con una temperatura al di sopra dei 37,5 gradi, ma senza influenza o sintomi del raffreddore, sarebbe preferibile chiamare il medico. Probabilmente, infatti, c’è un’infezione in corso, e il medico potrebbe prescrivere antibiotici e riposo. Se la temperatura sale al di sopra dei 39 gradi per un tempo prolungato tale circostanza può essere dannosa per il bambino, ed è per questo che generalmente si prescrivono farmaci a hoc per le gestanti.

Per quanto concerne le perdite ematiche in gravidanza, queste possono essere una conseguenza normale dell’impianto dell’embrione nell’utero durante la prima fase della gestazione. Ma è sempre indicato, per non sottovalutare il problema e non incappare quindi in complicazioni, sentire il medico curante soprattutto quando le perdite sono molto scure e si ha un persistente dolore all’altezza della pancia. Se invece si ha un flusso abbondante e mal di schiena persistente, oppure dolore addominale, allora potrebbe significare che si è in procinto di un aborto spontaneo (potenziale o reale). Se il sanguinamento non è accompagnato da dolore, infine, potrebbe indicare che la placenta è previa, o, nel caso di coaguli, un possibile un distacco.

Se si è alla trentasettesima settimana di gravidanza e si ha un forte sanguinamento, invece, è possibile che si sta andando in travaglio prematuro. La perdita di liquido prima della trentasettesima settimana può far supporre una rottura delle acque, ed è consigliabile una visita dallo specialista, soprattutto perché in tale caso si rischia di contrarre un’infezione pericolosa per la salute del bambino.

Fonte: Babycentre

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