Dieta Miami: le caratteristiche della "dieta miracolo" che piace alle star
Perdere tre chili in tre giorni si può. Ma è davvero così semplice e salutare? Scopriamo insieme cos'è la Dieta Miami e se è davvero efficace
Perdere tre chili in tre giorni si può. Ma è davvero così semplice e salutare? Scopriamo insieme cos'è la Dieta Miami e se è davvero efficace
Pochi giorni, tante restrizioni. Ma con la promessa di perdere peso velocemente e visibilmente, tre chili in soli tre giorni. Parliamo della dieta Miami, un particolare regime alimentare di brevissima durata molto amato dalle star di Hollywood e da chi ha la necessità di ritrovare il peso forma in un tempo ristretto.
Prendendo spunto dalla forse più conosciuta “South Beach Diet”, anche grazie al libro scritto dal suo ideatore, il medico cardiologo statunitense Arthur Agatston, la dieta Miami si sviluppa in un tempo molto limitato. Massimo tre giorni durante i quali la propria alimentazione si modifica a totale discapito dei carboidrati.
Nella sua versione “originale” infatti, la dieta prevedeva tre step, uno più breve e restrittivo (con l’eliminazione dei carboidrati), uno di reintroduzione progressiva di questo alimento fino al raggiungimento del peso desiderato e una di mantenimento.
La dieta Miami, invece, va oltre, semplificando questo processo ed eliminando le due fasi finali, focalizzandosi unicamente sulla prima, quella restrittiva. Per una durata complessiva di solo tre giorni.
Una dieta brevissima e ipocalorica, quindi, che fa delle proteine il suo alimento cardine, garantendo così una perdita di peso veloce e concreta. Esattamente come fa una dieta proteica, quindi? Non proprio, vediamo il perché.
Come detto, la dieta Miami non è altro che una strategia alimentare basata sul consumo di proteine e sulla drastica riduzione dei carboidrati.
In questo modo, esattamente come accade in altre tipologie di diete come questa, da quelle chetogeniche, alla Dukan, fino alla Atkins (ce ne sono davvero tantissime), anche la dieta Miami si prefigge come obiettivo quello di accelerare il metabolismo e perdere i chili in eccesso. Questo facendo in modo che il corpo, in assenza di carboidrati come primaria fonte di energia, utilizzi le sue riserve di grasso per produrre il combustibile di cui ha bisogno. Così da poter svolgere le sue normali funzioni quotidiane nel modo più corretto possibile.
A differenza di una normale dieta proteica o delle più comuni diete ipocaloriche, però, la Miami presenta una differenza notevole.
Questa, infatti, non si limita unicamente a ridurre l’apporto di carboidrati, ma impone anche una limitazione di frutta e verdura (che solitamente possono essere consumati in abbondanza), alimenti fondamentali per la salute.
Portando così a una mancanza molto forte di sali minerali, fibre, vitamine e tutti quei principi nutritivi necessari contenuti all’interno degli alimenti vegetali.
Motivo per il quale è importantissimo non protrarla per più tempo di quello indicato, tre giorni. E sempre solo dopo aver consultato un medico specializzato che ne valuterà la fattibilità caso per caso, oltre a controllarne gli effetti.
Ma la dieta Miami funziona davvero? La perdita di tre chili in tre giorni è reale?
Apparentemente si, cosa per cui è conosciuta anche con il soprannome di “dieta miracolo”. Ma attenzione a non farsi ingannare né dal nome né tanto meno dalle promesse fatte.
Se da un lato, infatti, è vero che questa tipologia di dieta (anche se il termine dieta non è del tutto appropriato) permette di dimagrire in fretta, dall’altro è anche vero che i chili persi nell’arco dei tre giorni stabiliti non deriva tanto dalla concreta e salutare riduzione del grasso addominale o diversamente localizzato.
La perdita di peso garantita dalla dieta Miami, infatti, si basa per lo più sull’eliminazione di liquidi (anche grazie alle grandi quantità di acqua da bere durante l’arco della giornata, oltre alla drastica riduzione degli alimenti) e della massa magra.
Un percorso, quindi, che non è adatto a chi voglia davvero perdere peso, come nei casi di obesità o sovrappeso, ma solo come terapia d’urto dopo giorni di eccessi, nel caso ci si voglia alleggerire o per chi necessiti di perdere quei due o tre chili in più magari in vista di un evento importante.
Ma vediamo più nel dettaglio come funziona questa strategia alimentare così controversa con un esempio di menù che, come ricordiamo, deve sempre e comunque essere indicato da un medico, sia nelle dosi che nelle tipologie di alimenti.
Per prima cosa è bene specificare che la dieta Miami non si limita a eliminare determinate tipologie di nutrienti ma prevede una serie di “regole” ben precise da seguire:
Ecco, quindi, come si sviluppa il rigido menu Miami.
Colazione: un uovo sodo, mezza banana, una fetta di pane tostato più un caffè.
Pranzo: tonno al naturale (100 grammi), pane tostato e un caffè.
Cena: petto di pollo ai ferri, finocchi e fagiolini, una mela e una coppetta da 100g di gelato alla vaniglia o alla frutta.
Colazione: mezzo pompelmo, una fetta di pane tostato con burro di arachidi e un tè con solo del dolcificante.
Pranzo: formaggio fresco (circa 200 grammi), una fetta di pane tostato, un caffè.
Cena: bresaola o 2 wurstel lessati con broccoli e carote, 100 grammi di gelato alla vaniglia.
Colazione: cracker e formaggio fresco spalmabile, una mela e un caffè.
Pranzo: un uovo sodo, pane integrale tostato, un caffè.
Cena: tonno al naturale, cavolfiore lessato e barbabietola, due kiwi e 100 grammi di gelato alla vaniglia o alla frutta.
Ovviamente preferendo sempre cotture leggere, al vapore, ai ferri o alla piastra. E poi? Cosa accade dopo i tre giorni di ristrettezze imposti dalla dieta Miami?
Uno dei maggiori limiti relativi a questa “dieta” è la mancanza di un reale periodo di mantenimento. Non esistono regole o consigli per preservare il peso raggiunto ma ciò che viene consigliato è di adottare un regime alimentare sano ed equilibrato.
In sostanza ciò che viene detto è di preferire un’alimentazione priva di cibi ipercalorici e troppo zuccherati, evitare di consumare snack, fritti o bibite gassate. Non saltare mai i pasti e mangiare una dose adeguata di fibre (frutta e verdura). Oltre a condurre uno stile di vita che includa più attività fisica in palestra, all’aperto o con esercizi a casa. L’importante è muoversi.
Insomma, le regole base per mantenersi in buona salute. Fondamentali anche per non cadere nella concretissima possibilità di recuperare in breve tempo i chili persi.
Perché sì: se non si adotta quotidianamente uno stile di vita più sano, nessuna dieta può garantire benessere al proprio corpo. Nemmeno questa. Nonostante, quindi, la dieta Miami consenta realmente di perdere velocemente qualche chilo, disintossicando l’organismo dalle tossine accumulate, è altrettanto vero che una volta terminata sono i comportamenti abituali a fare la differenza.
Anche perché è bene ricordare che una dieta di questo tipo, non può e non deve essere considerata come una soluzione da adottare abitualmente. E questo a causa delle diverse controindicazioni a cui si può andare incontro tra cui:
Ma non solo. Questa tipologia di alimentazione, anche se breve, è fortemente sconsigliata a chi soffre di patologie particolari o che richiedono l’uso quotidiano di farmaci. E comunque sempre e solo dopo un’approvazione medica.
La cosa più importante, quindi, è sempre quella di fare scelte consapevoli e volte al proprio benessere ogni giorno della propria vita. Evitando di ritrovarsi a dover seguire rimedi dell’ultimo minuto (o tre giorni) ma vivendo in salute e armonia, dentro e fuori.
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