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La ricerca dell’Università di Bristol ha evidenziato che chi fatica ad addormentarsi, e chi soffre di risvegli continui tutta la notte, ha un rischio maggiore di avere la glicemia alta: si è riuscito a stabilire in che modo i due problemi sono legati tra loro prendendo in considerazione le informazioni relative al sonno fornite da 336.999 adulti e confrontandole con i dati del loro Dna.
L’insonnia è uno dei fattori di rischio del diabete: questa correlazione tra il disturbo del sonno e la malattia era già conosciuta all’interno della comunità scientifica, ma ora uno studio dei ricercatori dell’Università di Bristol ne ha dato ulteriore conferma.
Chi fatica a prendere sonno e chi soffre di risvegli continui tutta la notte ha un rischio maggiore di avere la glicemia alta, ragione per cui gli studiosi hanno pensato che curare l’insonnia porti benefici nella prevenzione del diabete. La ricerca, pubblicata sulla rivista Diabetes Care, è stata condotta per la prima volta con la randomizzazione mendeliana, una metodologia che stabilisce una relazione di causa-effetto tra due fenomeni.
Sebbene in passato fosse già stata evidenziata la relazione tra i disturbi del sonno e il rischio di diabete, con questo nuovo studio si è riuscito a stabilire in che modo i due problemi sono legati tra loro. Gli esperti hanno preso in considerazione le informazioni relative al sonno fornite da 336.999 adulti e li hanno confrontati con i dati del loro Dna.
Dall’analisi è emerso che chi ha difficoltà ad addormentarsi, su base genetica, corre un rischio maggiore di avere la glicemia alta e, quindi, di sviluppare il diabete. Dalle stime dei ricercatori, inoltre, si evince che con un trattamento efficace per l’insonnia i pazienti potrebbero ridurre i tassi di glicemia e ottenere anche un significativo dimagrimento.
La ricerca, però, ha ancora bisogno di dati, come sottolinea anche Agostino Consoli, presidente della Società italiana di Diabetologia, su Skytg24:
“Ben venga uno studio che dimostri in maniera più robusta, con una nuova metodica più accurata, la relazione tra disturbi del sonno e metabolismo. Ma, come gli stessi autori affermano, abbiamo bisogno di dati che dimostrino quali strategie possano essere utili a farci contemporaneamente dormire meglio e ridurre il rischio di sviluppare il diabete”.
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