Rotolo di spinaci e ricotta con pasta fatta in casa
Un vero e proprio polpettone. Ideale da preparare e portare in tavola come portata unica di una cena in famiglia. Si sposa bene, infatti, con gli accompagnamenti a base di verdure o salse calde.
Un vero e proprio polpettone. Ideale da preparare e portare in tavola come portata unica di una cena in famiglia. Si sposa bene, infatti, con gli accompagnamenti a base di verdure o salse calde.
Qualcuno ha definito l'Amarone della Valpolicella Classico “uno di quei vini speciali che merita il super-premium di qualificazione”. L'Amarone della Valpolicella DOCG è un vino rosso del Veneto. La zona di produzione è, infatti, la Valpolicella, situata nella zona settentrionale della provincia di Verona. La zona classica dell'Amarone è limitata ai comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant'Ambrogio e San Pietro in Cariano e i vini prodotti in questi comuni possono fregiarsi della specificazione geografica classica: Amarone della Valpolicella Classico DOCG. Proprietà organolettiche dell'Amarone L'Amarone della Valpolicella presenta generalmente un alto tasso alcolico (dai 14° ai 16°) e un colore rosso rubino carico. Il profumo è molto accentuato, speziato, al palato ha un sapore pieno, vellutato, robusto. L'Amarone della Valpolicella a tavola L'Amarone della Valpolicella si coniuga benissimo con carni rosse, selvaggina e arrosti. È eccellente proprio con selvaggina da pelo come cinghiali, cervi e caprioli, eventualmente accompagnate da funghi o tartufi. È anche un ottimo vino da conversazione, da bere da solo al termine di una cena. Un po' di storia La storia dell'Amarone è relativamente recente: la prima commercializzazione di una bottiglia di Amarone della Valpolicella è del 1953 e il riconoscimento della DOC è del 1963. La storia dell'Amarone merita di essere raccontata: prima della grande guerra, in Valpolicella i vini venivano commercializzati giovani, come il Valpolicella e il Recioto. Successe, però, che alcune partite di Recioto furono fatte invecchiare involontariamente per diversi anni, così persero gli zuccheri e, quindi, la dolcezza. Si racconta che nel 1936 Adelino Lucchese, della Cantina Sociale della Valpolicella, assaggiando un sorso del Recioto invecchiato coniò il termine Amarone, proprio per il suo sapore amaro. Due anni dopo la Cantina Sociale di Negrar produsse la prima bottiglia con il nome "Recioto Amarone" in etichetta. L'Amarone fu consacrato fra i grandi vini rossi italiani negli anni '90. E così, quel Recioto che era “scapà” ed era diventato secco è diventato un vino di grande prestigio. photo credit: K. Todd Storch via photopin cc http://www.ricettepercucinare.com
Pasta e melanzane fanno tornare alla memoria subito la 'Norma' siciliana. Questa ricetta è una sua rivisitazione che, usando le lasagne, lascia che pasta e verdura cuociano in forno, con qualche piccolo suggerimento per ottenere un risultato finale ancora più gustoso.
È un piatto tipico della Boemia, dove viene accompagnato, invece che della polenta, da ogni tipo di verdura lessata, dalle patate agli spinaci anche ridotti a puré.
Ecco la ricetta di un dolce facile facile da preparare ma molto calorico.
PREPARAZIONE Nettate e lavate con cura i mirtilli, asciugateli, spolverizzateli con lo zucchero e lasciateli in attesa in una ciotola. In un pentolino scaldate il latte con il baccello di vaniglia, tagliato in due nel senso della lunghezza. Togliete il recipiente dal fuoco. In una terrina lavorate con delicatezza aiutandovi con un cucchiaio di legno la farina con le uova e un pizzico di sale. Eliminate il baccello di vaniglia, versate il latte lentamente nell'impasto fino a ottenere una pastella liscia che abbia la consistenza della panna liquida. Lasciate riposare il composto per una ventina di minuti a temperatura ambiente. Fate fondere il burro e poi pennellate una padella antiaderente (in mancanza di una apposita padella per crespelle, potete usare un padellino antiaderente individuale che serve per friggere le uova), mettetela sul fuoco a calore moderato. Appena sarà calda, versateci sopra 2 cucchiai di pastella, ruotate velocemente la padella per ricoprire uniformemente il fondo. Lasciate cuocere per circa 10 secondi da una parte, quindi alzate un lembo della crespella con le dita, sollevatela e voltatela, doratela per 5 secondi dall'altra parte. Fate scivolare la crespella su un piatto e tenetela in caldo man mano che preparate allo stesso modo le altre. Disponetele, appena pronte, su piatti singoli e riempite con un paio di cucchiaiate di mirtilli, richiudete le crespelle a metà e servite subito. TEMPO DI PREPARAZIONE E DI COTTURA: 50 MINUTI CIRCA PER PORZIONE: CALORIE 180 PROTEINE: 10 g. GRASSI: 5 g. CARBOIDRATI: 24 g. DOSI PER 4 PERSONE INGREDIENTI 400 g. di mirtilli freschi o surgelati 100 g. di farina ½ litro di latte 2 uova 20 g. di burro 15 g. di zucchero 1 baccello di vaniglia un pizzico di sale VINI CONSIGLIATI RECIOTO DELLA VALPOLICELLA COLLI EUGANEI MOSCATO (anche SPUMANTE) CONEGLIANO VALDOBBIADENE RECIOTO DELLA VALPOLICELLA Aree di produzione: Veneto Comprende 19 comuni della fascia settentrionale della provincia di Verona, da est a ovest - affinamento: fino a 2-3 anni - caratteristiche: fermo – abbinamento consigliato: FINE PASTO, DESSERT - colore: rubino intenso - odore: vitigni: Corvina Veronese 45%-95%, ammesso Corvinone max 50% in sostituzione della Corvina; Rondinella 5%-30%, ammessi altri vitigni a bacca rossa non aromatici provincia di Verona max 15%, altri vitigni autoctoni a bacca rossa max 10% - sapore: vellutato armonico di corpo amabile/dolce. COLLI EUGANEI MOSCATO (anche SPUMANTE) Aree di produzione: Veneto provincia PD – caratteristiche: fermo (spumante) - abbinamento consigliato: FINE PASTO - colore: giallo paglierino più o meno carico - odore: intenso tipico – vitigni: moscato (95-100%) - sapore: intenso tipico amabile/dolce - gradazione alcolica minima 10,5°. CONEGLIANO VALDOBBIADENE Prosecco spumante superiore - colli Asolani prosecco (DOCG) Aree di produzione: Veneto provincia TV - caratteristiche: fermo/frizzante – abbinamento consigliato: FINE PASTO - colore: giallo paglierino più o meno carico – odore: vinoso tipico leggero fruttato - vitigni: prosecco (glera) (90%-100%) Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga. (0%-15%) - sapore: gradevolmente amarognolo di corpo - gradazione alcolica minima 11°. photo credit: Tom Ipri via photopin cc https://www.diredonna.it
La frutta di stagione può diventare un ottimo dolce in poco tempo e con poco sforzo. Basta usare gli ingredienti giusti, magari per preparare una meringa con profumo di vaniglia, un pizzico di cannella e tanto zucchero.
Il carpaccio è da sempre il miglior antipasto fast&easy. A questa ricetta, che vede il pesce spada protagonista del piatto di carpaccio, uniamo un'insalata di finocchi: croccante, salutare e marinata. Ottimo accompagnamento.
Non è solo più soddisfacente, terminare un pranzo o una cena con il dessert preparato con le nostre mani, ma è anche più economico. Una caratteristica che di questi tempi non guasta. L'ananas poi mantiene tutte le sue peculiarità digestive e tutto il suo dolce sapore, in questo fresco gelato.
Le lasagne sono un piatto davvero squisito e completo, semplice da preparare. Queste alla Valtellina, poi, mettono insieme sapori particolari, di montagna, che rendono la portata ancora più ricca. Si suggerisce, per una miglior riuscita della ricetta, l'utilizzo di lasagne integrali.
La Doc Breganze è stata riconosciuta con DPR del 18.07.1969, modificato dal decreto del 6.09.1995, pubblicato sulla GU 235 del 07.10.1995. Il Breganze - Pinot Grigio Doc è un vino di grande pregio che si produce in tutto o in parte del territorio dei comuni di Breganze, Fara Vicentino, Molvena, Bassano del Grappa, Lugo di Vicenza, Marostica, Mason Vicentino, Montecchio Precalcino, Pianezze, Salcedo, Sandrigo, Sarcedo e Zugliano, in provincia di Vicenza. Pinot Grigio Doc: proprietà organolettiche Il vino Breganze - Pinot Grigio Doc è secco-fermo, di colore giallino chiaro a volte ramato, dal profumo gradevole, delicato, caratteristico; dal sapore: secco, fresco ed elegante. La gradazione alcolica è 10,5° 12° il superiore, la sua temperatura di servizio è di 10-12 °C. Il vino Breganze - Pinot Grigio Doc Il vino Breganze - Pinot Grigio Doc si sposa benissimo con secondi di pesce ed in particolare pesci di mare al forno. Ma è ottimo anche con arrosti di carni bianche e rosse, formaggi piccanti e pollame nobile. Va degustato in calici bordolesi a una temperatura di 16-18°C. Il Breganze Doc Bianco si abbina a minestre, zuppe di pesce, pesci bolliti o con salse dal sapore delicato. Va degustato in calici di media capacità a tulipano svasato a una temperatura di 8-10°C. Nella versione Torcolato va abbinato a preparazioni dolci a pasta non lievitata, abbastanza consistenti, pasticceria secca, creme con uva passa e miele, oppure con preparazione a base di fegato d'oca e formaggi erborinati. Va consumato nell'arco dei cinque-sei anni successivi alla vendemmia in calici per vini dolci passiti (di media capacità a tulipano) a una temperatura di 10-12°C. Ogni etichetta del vino Breganze - Pinot Grigio Doc deve riportare la Denominazione di Origine Controllata e tutte le altre indicazioni obbligatorie: Regione di provenienza; Denominazione del prodotto e dell'abbinamento della varietà di vite da cui proviene il vino e dalla zona geografica in cui tale varietà è coltivata; Volume nominale del vino; Nome o ragione sociale e sede dell'imbottigliatore; Numero e codice imbottigliatore, che può apparire anche sul sistema di chiusura (tappo o capsula) Nome dello Stato; Indicazione del lotto; Indicazioni ecologiche. photo credit: Robert S. Donovan via photopin cc https://www.diredonna.it
Possono sembrare simili ma non lo sono: gamberi e mazzancolle sono due tipologie di crostacei diverse, per quanto simili. Ve ne accorgerete anche dall'ottimo sapore che la loro unione genererà in questo buonissimo brodetto da realizzare proprio con un brodo di pesce, ricetta aggiuntiva, sempre utile.
Il calendario Handyman Hunks 2013 è il regalo di Natale perfetto per tutte le donne: sexy operai per tutti i mesi, pronti a risolvere i piccoli problemi domestici.
Una volta un amico mi ha detto: "Tizia ed io ci siamo lasciati" e di fronte al mio stupore, misto a incredulità ha ribattuto: "Non ci credi? Guarda su Facebook. Controlla pure". E' lì che mi sono resa conto di quanto in fondo si sia spinta la funzione invasiva dei social network. Il sito di Mark Zuckerberg assurto al ruolo di giudice di pace, o messo comunale chiamato a ratificare unioni o separazioni. Tutto merito o colpa, a seconda dei punti di vista, dell'opzione introdotta sin dalle prime versioni di Fb che permette di aggiungere alle proprie informazioni personali anche lo status. "Single", "Impegnata", "Fidanzata Ufficialmente", "Relazione aperta": sono queste le opzioni introdotte da quella volpe di Mark, che - non contento - offre anche la possibilità di taggare il fortunato o la fortunata, in modo da - come si dice nella mia terra d'origine, in un vernacolo che proviamo a tradurre letteralmente - mettere "il quadro alla piazza". Si perchè l'aggiornamento riceve un'immediata pubblicità sulle bacheche degli "amici", rendendo inevitabili i commenti, palesi (e quindi riportati a margine), o meno (e di conseguenza da leggere tra le righe, o solo immaginare; magari da parte della ex, o di potenziali spasimanti della "preda" appena accalappiata). Inevitabile, in ogni caso, domandarsi il motivo di questa corsa alla comunicazione "urbi et orbi". Il piacere di dare una bella notizia? La voglia di gridare al mondo il proprio amore? Ma in caso di separazione? Forse - immaginiamo - potrebbe essere utile per non perdere tempo ad avvisare tutti, magari evitando potenziali gaffe di familiari, amici e conoscenti... Sin qui il discorso fila, anche se qualcuno potrà storcere il naso (legittimamente) al cospetto della totale mancanza di amor di privacy, ma la domanda che più ci arrovella le meningi riguarda il senso dello status "relazione aperta". Che avrà voluto intendere il buon Mark? E quale sarà l'intento di quanti ne fanno sfoggio? Proviamo ad abbozzare alcune ipotesi: - "Sto con lui, ma niente di serio. Lo faccio becco alla prima utile" - "Lui esce tutte le sere e io mi considera aperta...a nuovi scenari" - "Provaci e non te ne pentirai" - "Magari se riesco a convincerti che mi vedo con qualcuno, non ti passerà neanche per l'anticamera del cervello che possa aver trascorso numerosi sabati in compagnia di Maria De Filippi" E voi, si dico proprio a voi, perchè almeno una volta vi siete lanciati in una "relazione aperta"...su Facebook? photo credit: Dario.sca via photopin cc
Ecco la ricetta di un dolce facile e veloce da preparare ma di un sapore delizioso.
SALMONE ALLA MELAGRANA Tagliate a dadi grossi 200 gr di salmone cotto a vapore. Aggiungetelo a due cespi di indivia tagliata a rondelle sottilissime, un pugno di pinoli spezzettati e chicchi di melagrana. Condite con succo di melagrana, olio di extravergine d'oliva, sale e pepe nero. Servite fresco. TORTINO ROSATO In una teglia alternate strati di patate gialle tagliate a fette sottili di salmone spolverizzato con del timo. Sbattete 2 uova con parmigiano, olio, sale e pepe bianco e infornate per 45 minuti a 180°. SARDINE ALL'ARANCIA Unite una manciata di prezzemolo tritato, 2 pizzichi di timo fresco, 3 cucchiai di olio extravergine, 1 piccolo spicchio d'aglio, il succo di due arance e 100 gr di mollica di pane. In una teglia appena unta, disponete 400 gr di sardine pulite. Versatevi sopra la miscela preparata e in caso bagnate con un filo d'olio. Infornate a 180°C per 30 minuti. CROSTINI DI ZUCCA Tagliate a dadi della
Per gli amanti delle verdure, e non solo, dei fagottini che uniscono la morbidezza aromatica del ripieno e la croccantezza della crosta esterna. Un antipasto leggero e originale.
Le mele sono un frutto molto duttile per preparare i dolci. Questa volta però le 'useremo' come delle piccole scodelline, frullando il loro interno con del rhum e unendole con un misto di panna e marmellata al ribes per la copertura dopo la cottura in forno. Un dessert a dir poco delizioso.
Gli scampi sono spesso preferiti ad altri pesci per pranzi e cene delle feste, soprattutto quelle natalizie. Ecco per voi un modo nuovo di cucinarli, una ricetta orientale che li stempera con vino bianco e li accompagna con una salsa fatta di pomodoro e senape. Originale e fuori dal comune.
Variante di quello alla romana, l'abbacchio alla maremmana non ha nulla da invidiare all'omonimo laziale. La ricetta, leggermente diversa, forse un po' più ricca di verdure, è ugualmente buona. Un ottimo secondo piatto di carne, saporito.
Il Cirò Doc, il vino calabrese per antonomasia, è indubbiamente il vino della regione Calabria più conosciuto e apprezzato in Italia e all'estero. Il Cirò Doc Rosso è stato il primo vino calabrese a fregiarsi della denominazione d'origine controllata, nel 1969. “Figlio del sole e dell'argilla”, il Cirò, che deve le sue peculiari caratteristiche a vigneti carezzati dai venti di scirocco e tramontana, ai terreni del Cirotano che gli conferiscono grande struttura ed eleganza, mentre le notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte consentono ai grappoli di maturare lentamente, raggiungendo il pieno sviluppo degli aromi e del gusto. Le caratteristiche organolettiche del Vino Cirò DOC Il Cirò Rosso Doc presenta un colore rosso rubino luminoso e trasparente; ha un bouquet elegante in cui si distinguono note floreali e fruttate: rosa, ciliegia marasca, frutti rossi, su fondo iodato e sentori di rabarbaro e spezie dolci. Al palato ha un corpo di giusto peso e freschezza in equilibrio, è intenso e morbido con un persistente finale fruttato e ammandorlato. Oggi, si producono vini doc Cirò rossi, bianchi e rosati. Ma il Cirò Classico viene prodotto esclusivamente nei comuni di Cirò e Cirò Marina. La tipologia Cirò Riserva deve invecchiare almeno tre anni e avere una gradazione alcolica di 13,5°. Cirò Rosso Doc a tavola È un vino che si sposa benissimo con pastasciutte al sugo di carne e ogni tipo di carne: carni in umido, brasati, salsicce, salumi in genere, arrosti di carni rosse, capretto farcito, carni d'agnello, fegatini, selvaggina e cacciagione e poi i piatti piccanti e impegnativi oltre che i formaggi di lunga stagionatura. Il Cirò Rosso doc si serve preferibilmente a temperatura ambiente e si consiglia di stappare le bottiglie qualche ora prima della mescita. Un po' di storia La storia del vino Cirò risale all'VIII secolo avanti Cristo: alcuni coloni greci approdarono sul litorale di Punta Alice e fondarono Krimisa, l'attuale Cirò Marina, dove fiorì una civiltà del vino, i cui metodi di coltivazione e i sistemi di vinificazione furono tramandati per secoli nell'area circostante Cirò. Sembra che il Cirò sia il discendente del famoso e antico vino Krimisa, conosciuto dagli antichi quale bevanda e nutrimento offerto agli atleti che partecipavano alle Olimpiadi. Curiosità sul Cirò DOC di Calabria *Questa zona della Calabria, all'epoca della Magna Grecia, fu lo scenario delle riflessioni di Pitagora e della sua scuola. Da Crotone, per vari motivi, il filosofo e matematico dovette spostarsi e sembra che abbia soggiornato anche nella vicina Cirò. Di certo c'è che il celebre Milone di Crotone, uno dei discepoli di Pitagora, beveva a profusione il pregiato vino locale. *Fin dall'antichità, il Vino Cirò ha goduto fama di essere dotato di virtù terapeutiche: alcuni medici lo definivano un "sicuro cordiale per chi vuole recuperare le forze dopo una lunga malattia" ed inoltre "tonico opulento e maestoso per la vecchiaia umana che vuole coronarsi di verde ancora per anni". *Hugh Johnson, autore di un famosissimo "Atlante dei Vini" conosciuto in quasi tutto il mondo, definisce il Cirò "il Barolo del Sud". photo credit: VinoFamily via photopin cc https://www.diredonna.it
Un fritto leggero e delicato per servire un formaggio come antipasto, rendendolo ancora più gustoso con quel tocco di originalità che gli conferiscono i semi di sesamo.
La pasta sfoglia con ripieno di salmone e panna, con un contorno scenografico preparato con tanti gamberetti. Questa ricetta è un antipasto da provare, che apre il pranzo o la cena in maniera leggera e lo fa con un sapore che parte dalla bellezza, assaggio degli occhi.
Per Natale qualcosa di meno scontato di olive e patatine? Magari insolito, light, vagamente speziato? Seguite le istruzioni: scoprirete che “rapido” può essere anche “magico”. L'antipasto è il “maestro cerimoniere” che c'invita a partecipare in tutti i sensi al resto del pranzo. L'antipasto trova nelle feste nataliziela sua collocazione ideale. Il suo compito è non esaurire la curiosità del commensale, non appesantirlo e non sovrastare le altre proposte culinarie. Semplici o sfiziosi, gli antipasti dovrebbero rimanere piatti leggeri, proprio perché “aprono” il pasto, per non appesantirci troppo e precludere il piacere dell'assaggio delle portate a seguire. Salumi, sottaceti, olive o sottòli fanno parte della gastronomia classica italiana e raramente mancano sulle tavole delle feste. Se vogliamo, sempre nel rispetto della tradizione, prepariamo gustosi antipasti all'insegna della leggerezza, facili e veloci da preparare. Non avete che da seguire le istruzioni e scoprirete come preparare un antipasto di verdure o di formaggio o anche qualche antipasto last minute quando il tempo stringe...Buon lavoro!!! photo credit: wallyg via photopin cc https://www.diredonna.it
Pasta sfoglia fatta a mano e pesce misto, a vostra scelta, per il ripieno. Questi ravioli con sugo di pomodoro possono essere un'insolita e originale variante al classico pranzo Natalizio. Da godere in compagnia.
La pasta al forno è un ottimo ritrovato per preparare in anticipo un piatto in vista di un pranzo particolarmente articolato, come quello natalizio, o quando si ha poco tempo per dedicarsi alla cucina nel giorno dell'appuntamento con i commensali. Le fettuccine con uva passa, pinoli e crosta di pangrattato soddisferanno tutti.
Carne e pesce. Un buon inizio, no? La paella, piatto tipico della cucina spagnola ormai conosciuto in tutto il mondo, può essere un modo originale per svincolarsi dalle tradizioni e offrire un ottimo menu, misto e completo, per la Vigilia di Natale.
Tenera carne di vitello e pollo, con salse tipiche della cucina cinese: ecco a voi la ricetta della fonduta alla cinese. Ricordate però che anche per la fondue alla cinese, come per la fondue bourguignonne, ci vuole il fornelletto da tenere al centro tavola con il relativo tegame fondo per il brodo tenuto continuamente a leggera ebollizione; occorrono le lunghe forchette, eventualmente i piatti divisi a scomparti. Il principio è lo stesso della bourguignonne: le varie carni sempre a pezzetti piccoli si infilano via via nelle lunghe forchette e ogni commensale cuoce il vitello, il pollo, il fegato, tenendolo immerso nel brodo bollente. Poi lo condisce con una salsa via via diversa.
Siamo abituati a pensare alle pesche sciroppate, ad esempio, come frutta conservata sotto sciroppo. La cannella e il vino rosé aiutano le pesche a trasformarsi in un vero e proprio dessert profumato e invitante. Da preparare nella stagione di questo frutto, da gustare tutto l'anno.
La ricetta di questa zuppa di pesce potrebbe provenire da una qualsiasi delle nostre città sulla costa, invece è tipica della cultura gastronomica della Turchia. Un secondo piatto multietnico in sintonia con i tempi.