Céline Dion sulla malattia: "Devo imparare a conviverci"
La cantante è tornata a parlare della sindrome della persona rigida, malattia da cui è affetta da qualche anno: “Non ho sconfitto la malattia, perché è ancora dentro di me e lo sarà sempre”.
Insieme a bar, ristoranti e altri tipi di esercizi commerciali, che seguiranno le disposizioni sanitarie impostate su base regionale, per il 18 maggio è prevista dal decreto dello scorso 26 aprile anche la riapertura dei musei e dei siti culturali italiani. Un’ottima notizia per tutti gli appassionati di arte, che però dovranno abituarsi a nuove condizioni di visita che permarranno fino a quando non sarà debellato il Coronavirus.
Il protocollo del Comitato Tecnico-Scientifico ha infatti imposto una serie di norme sanitarie che saranno differenziate a seconda dell’ampiezza, della capacità e del grado di chiusura degli spazi espositivi. Alcuni luoghi come il Colosseo o gli Uffizi, per esempio, vengono considerati particolarmente a rischio – e quindi da monitorare con severità – a causa dell’ingente afflusso, ma considerando l’assenza di turisti dall’estero si può tirare un sospiro di sollievo.
Vediamo dunque quali sono le norme generali che verranno predisposte dagli amministratori di musei e siti culturali. In primis le visite dovranno essere contingentate secondo fasce orarie che andranno a intrecciarsi con quelle “di punta” dal punto di vista lavorativo, per non affaticare i trasporti pubblici locali. Dovranno anche essere garantiti punti di ingresso e uscita il più spaziosi possibile, per evitare affollamenti.
Ai visitatori e al personale museale sarà richiesto l’obbligo di indossare mascherine, inoltre la segnaletica interna e i video esplicativi dovranno ricordare costantemente il rispetto del distanziamento sociale di almeno 1 metro, anche nei negozi interni, nelle biglietterie e negli sportelli informativi, le cui strutture dovranno essere adeguate a questo fine.
Verrà fortemente consigliato l’acquisto di biglietti online o via app, in anticipo e relativi a orari prestabiliti, per evitare file in biglietteria. In cassa sarà limitato l’uso di contante e privilegiata la carta di credito. Inoltre è previsto che l’utilizzo di audioguide sia sconsigliato e almeno inizialmente sostituito dal materiale cartaceo, per evitare le numerose operazioni di sanificazione.
Queste invece dovranno essere disposte su base giornaliera su tutti gli ambienti, le postazioni di lavoro e le aree comune. Per i visitatori è prevista l’installazione di dispenser di sanificatori per le mani in svariati punti dell’area espositiva e della struttura museale. Il percorso di visita dovrà prevedere necessariamente una direzione a senso unico, mentre i servizi igienici dovranno essere controllati per evitare ingorghi.
In attesa di norme più specifiche per quanto riguarda la riapertura di cinema e teatri, va segnalata la curiosa operazione di recupero di una pratica ormai quasi estinta, quella del drive-in: grandi spazi aperti, spesso parcheggi o pratoni in periferia o poco distanti dalla città, in cui svariate decine di autovetture si radunano per ammirare la proiezione di un film su maxi-schermo.
Il primo drive-in romano dovrebbe sorgere nella parte meridionale della città, in una location ancora ignota, con apertura prevista per il 2 giugno e una programmazione già definita. Un esperimento che dovrebbe garantire sicurezza e comodità per gli spettatori, a patto che vengano controllati arrivi e partenze delle vetture e che venga garantita una distanza minima di sicurezza.
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