Questa mattina mi sono svegliata con un tag su Facebook: la mia dolce metà ha voluto comunicarmi qualcosa questa notte, mentre io ero fra le braccia di un altro (nello specifico di Morfeo). La simpatica vignetta che ho ritrovato sul mio diario recita “Come si vedono le donne allo specchio”, “Come si vedono gli uomini allo specchio”. Messaggio subliminale?
Inutile dire che le donne si vedono inevitabilmente grasse e/o sformate; gli uomini invece pensano di essere fighi anche quando non lo sono. Chi ha la visione più distorta della realtà?
Il gioco però non è quello delle parti, a mio parere. La questione infatti non riguarda la percezione della realtà, quanto piuttosto la sopravvivenza. Allora la domanda è: chi sopravvive meglio? Non v’è dubbio nella risposta: gli uomini. E la realtà, o presunta tale, davvero non centra niente.
Mi duole sottolineare che, nonostante i decenni passati a pensare che l’essere pieni di sè sia in qualche modo errato nonchè antipatico, la ragione stavolta sia dalla parte maschile della barricata: vedersi migliori di quel che si è potrebbe significare trovarsi bene con se stessi, e di conseguenza anche con gli altri. Chi se ne importa che non sia vero: l’autostima alla fine è contagiosa.
Qualche tempo fa mi è capitato di leggere alcune interviste a modelle curvy americane e mi è rimasto impresso proprio questo concetto: sentirsi belle poi ripaga. Sull’umore, sull’affrontare la quotidianità, sul trovare o meno un partner. Perchè anche gli altri ti vedono diversamente e quello specchio non risulta più deformante.
Dovremmo quindi prendere esempio dagli uomini e dalle modelle curvy. Altrimenti potremmo finire come la protagonista di un racconto che scrisse una mia collega: la ragazza, morta per disgrazia, si ritrovava intrappolata sulla terra, o meglio nella testa del suo (ormai ex) ragazzo, dove riusciva finalmente a capire come lui la vedesse. Inutile dire che fosse una visione totalmente diversa dalla sua, con un conseguente grande rammarico per non essersene accorta prima, quando non era ancora troppo tardi.
Ogni tanto ci provo ad entrare nella testa della mia metà, che adora i miei difetti come se fossero pregi. Mi chiedo spesso come faccia, dato il bombardamento di perfezione a cui siamo sottoposti. Eppure per lui sono una dea, quindi spesso provo a crederci veramente. E forse con qualcuno a fianco che te lo ricordi in continuazione è più facile.
Sarebbe bello però capire perchè si tratti di una questione tanto difficile, talmente tanto da spingere sia ragazze che talvolta anche ragazzi, verso i disordini alimentari. E’ davvero soltanto colpa della società e dei suoi messaggi o c’è anche qualcosa di genetico e atavico nel nostro modo di denigrarci?!?