Come risolvere i conflitti con i colleghi di lavoro

Come gestire un capoufficio arrogante o un collega attaccabrighe? Self control e altre qualità sono indispensabili. Quali?

È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di avere qualcuno sul posto di lavoro, un capo autoritario, un collega difficile, o forse un cliente esigente, in grado di mandarci letteralmente al manicomio. Esistono persone che sembrano nate appositamente per far sentire del tutto inadeguati i propri colleghi.

Gli individui insopportabili, ovviamente, si incontrano dappertutto. È già difficile avere rapporti con loro quando si tratta di litigare per il parcheggio o per la fila al supermercato; ma ritrovarseli in ufficio e sentirsi attaccati dal punto di vista professionale è davvero intollerabile.

Le persone non si possono cambiare, esiste tuttavia un metodo per evitare di diventare le loro vittime preferite: occorre innanzitutto individuare i colleghi che minano il proprio equilibrio psicofisico e starne alla larga il più possibile. Si tratta di quel genere di individui che non lascia mai parlare gli altri, ipocrita, attaccabrighe e con una propensione naturale alla maldicenza. Quando non si può fare a meno di averci a che fare, bisogna armarsi di santa pazienza e convivere con loro, attenendosi a delle semplici regole. Prendiamo il capoufficio, ad esempio; se si ha davvero intenzione di conservare il proprio {#lavoro} è meglio non creare polemiche controproducenti.

Si dovrà imparare ad andare d’accordo con un capo arrogante. Se è proprio necessario confrontarsi con lui, o con lei, meglio evitare di metterlo sulla difensiva. Il secondo passo è la rapidità d’intervento. Una volta raggiunta la piena consapevolezza che c’è qualcosa che non va, con uno o più colleghi, bisogna cercare una soluzione concreta per cambiare le circostanze, senza rimuginare. Se un problema non va affrontato, di solito si ingrandisce. È necessario anzi agire subito poiché con il passare del tempo gli ostacoli divengono ingestibili e la razionalità cede il passo all’istinto, compromettendo ogni sforzo di risoluzione.

Bisogna evitare accuratamente di lamentarsi spesso e a vuoto, per non venire tacciati di avere poca propensione al problem solving ed essere accusati di seminare contrasti in azienda. Se si è coinvolti in un conflitto costante al lavoro, si può finire con l’essere incolpati di ogni cavillo. In fin dei conti il segreto è impegnarsi a non perdere mai la calma. All’inizio potrà risultare faticoso dover fare buon viso a cattivo gioco, ma alla lunga risulterà sempre più facile, trasformando il self control in disciplina di vita.

Forse più di tutto, infatti, è importante lo spirito con cui si affrontano le avversità. Se ci si avvicina a una persona difficile con la convinzione che vi sia altrettanto desiderio di ripristinare l’armonia, è possibile fare la prima mossa. Si potrebbe addirittura iniziare la conversazione con un “mi dispiace per lo spiacevole equivoco”. Questo è sinonimo di forza interiore, non di debolezza. Anche chi non ci piace può insegnarci a migliorare la nostra professione. Basta cercare sempre qualcosa da apprezzare in tutti: applicare la regola del bicchiere mezzo pieno è sempre utile.

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