Sarà maschio o femmina? Lo svela una torta
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L'insonnia è una brutta bestia, sia per chi ne soffre regolarmente sia per chi, come molti neo genitori alle prese con neonati piangenti, è costretto a vegliare intere notti senza chiudere occhio. Ma anche il non dormire ha un lato positivo, seppure possa sembra strano: fa bruciare molte calorie. Una ricerca portata avanti dall'Università del Colorado, infatti, ha quantificato il numero di calorie che si bruciano stando svegli la notte, pari a quelle eliminate facendo tre chilometri di corsa. Mentre si dorme il risparmio energetico è infatti notevole, tanto che una notte di sonno continuato fa spendere il 7% di energia in meno rispetto a una giornata di veglia non stop. Abbiamo scoperto che le persone spendono più energia quando sono sveglie nel letto, rispetto a quando sono addormentate: otto ore di veglia fanno "bruciare" circa 135 calorie in più rispetto a otto ore di sonno. Kenneth Wright, a capo dello studio, ha così spiegato i benefici dell'insonnia, affermando che la maggior parte dell'energia viene consumata durante risvegli dal sonno, proprio quelli che si verificano quando si si ha il sonno disturbato da qualcosa di estraneo, come una malattia o quant'altro. Certo si tratta di una magra consolazione, tuttavia gli insonni cronici si sentiranno sicuramente sollevati da questa notizia.
Finalmente Mietta è diventata mamma. Oggi, all'alba, è infatti nato il suo primogenito Francesco Ian, nome di origine ebraica che vuol dire "dono di Dio". Il padre del bimbo è Davide Tagliapietra, con il quale la cantante è legata da circa un anno e mezzo. Come ci informa il TgCom, il parto, naturale, è avvenuto a Milano, città dove Daniela Miglietta risiede nonostante le sue origini tarantine. L'interprete di "Vattene amore" è diventata mamma a quarantuno anni, una scelta comune ad altre note VIP italiane che a breve metteranno al mondo i loro piccoli, come la trentottenne Anna Falchi. Dopo alcune relazioni fallite, come quella con un collaboratore della sua band e quella, che forse non tutti ricordano, con l'attore Brando Giorgi, la cantante sembra aver ritrovato la serenità accanto a Davide, che non appartiene al mondo della musica e dello spettacolo. Avevo giusto cominciato a scriver cose sugli uomini domandandomi dove attingere. Domanda retorica, è stato facilissimo, le prime 40 pagine sono venute giù come acqua di fonte: bastava pensare a me, alle mie amiche, alle donne della mia famiglia (...) Il problema siamo noi mamme, è nostra responsabilità educare i nostri tesorini. Poi quando ho conosciuto Davide, dolce e premuroso, la mia rabbia si è arenata: allora Dio esiste, mi sono detta. A breve Mietta darà alla luce, si fa per dire, anche il suo nuovo album, la cui uscita è prevista tra ottobre e novembre. A quanto rivela la neo-mamma si tratta di un lavoro molto autobiografico, nato dopo la rottura con il suo ex compagno. È quasi finito, dovrebbe uscire fra ottobre e novembre: quella del CD è stata una gestazione lunghissima (3 anni) dalla fine della mia relazione precedente, ma è un bel lavoro di tutti inediti, con collaborazioni con autori giovani: un album pop, pieno di spiritualità. Senza dubbio la nuova raccolta musicale è ricca anche dei pensieri di una mamma in attesa.
Se da una parte non si ha ancora la conferma che la gravidanza di Gianna Nannini sia frutto di una "ovodonazione", come molti sostengono, dall'altra parte in questi ultimi giorni sono state diffuse alcune informazioni che sembrano finalmente svelare qualche particolare di questa discussa maternità. Il settimanale "Oggi" ha, forse, scoperto e mostrato Corriere della Sera, invece, rivela qualcosa in più sulla nascita della primogenita di Gianna, una femminuccia che si chiamerà Penelope. Le informazioni arrivano da alcuni amici della star cinquantaquattrenne, secondo i quali sarebbe stato già fissato un cesareo a Londra per la fine di novembre: pare che la Nannini vorrebbe che la bimba nascesse lo stesso giorno che nacque sua madre, Giovanna Cellesi. Certo la nascita di una femminuccia sarebbe molto in tono con la personalità di Gianna, che ha fatto dell'amicizia femminile un suo punto fermo, basta pensare alla collaborazione con le colleghe Laura Pausini, Giorgia e Elisa in sostegno dell'Abruzzo. Comunque sia avvenuto il concepimento, pare che si tratti di un evento rarissimo, come conferma la sessuologia Alessandra Graziottin: Solo due donne su un milione avranno un figlio dopo i cinquant'anni.
"Penso soltanto che non si dovrebbe pasticciare con cose del genere" -, con queste parole l'attrice-cantante latina Jennifer Lopez ha espresso chiaramente la sua opposizione alla fecondazione artificiale per tutte le donne e le coppie che desiderino avere figli. Una dichiarazione che non ci si aspettava, considerando che l'ultimo film ("The backup plan", crf.) di Jennifer la vede impersonare una madre single che, stanca di aspettare, ricorre proprio alla fertilizzazione in vitro. La Lopez, che all'età di 39 anni ha due gemelli di soli 23 mesi, ha infatti dichiarato ad Elle Magazine: "Se non potessi avere figli, non ricorrerei al vitro. E poi io credo in Dio e ho molta fede in queste cose; sono tradizionalista".
"Mamma, a scuola mi prendono in giro e mi dicono che sono basso!". A qualche genitore sarà capitato di tornare a casa dal lavoro e vedersi correre incontro il piccolo con il faccino triste. A volte i compagni sanno essere spietati o, più probabilmente, sono semplicemente spontanei e lasciano che le parole corrano più veloci dei pensieri. Cosa potrebbe fare allora un genitore per placare il misto di rabbia e tristezza del proprio figlio e aiutarlo in seguito ad affrontare il problema della altezza rappresenta per lui un vero problema, forse insormontabile dal suo punto di vista. Per questo sta cercando un conforto e una soluzione. Per dare il "giusto peso" è importante scegliere dove sedersi insieme e con calma: può essere sufficiente la cucina o la sala se non ci sono fratellini o amichetti che possono disturbarlo mentre cerca di trovare le parole per raccontarsi. Se lo si nota un po' in imbarazzo, mentre guarda un po' di qua e un po' di là, si può provare a chiedergli dove preferisce stare, magari si sente più tranquillo sul tappeto in camera sua. Roberta Portelli, psicoterapeuta a Brescia consiglia di mettere in campo tutto ciò che possa aiutarlo a considerarsi in termini di "pienezza". "Occorre farlo sentire amato e accettato così com'è", suggerisce la dott. Portelli, "facendo in modo che si renda conto delle sue caratteristiche positive, delle sue abilità". Emanuele ha 7 anni, fa la seconda elementare, ma spesso lo scambiano per un bambino della materna. Lui ci rimane male e la mamma ha imparato a cogliere questa sua preoccupazione e a sostenerlo. "Abbiamo inventato un codice", racconta Chiara, la mamma, "quando sentiamo pronunciare la parola "piccolo" ci tocchiamo la punta del naso e ci scambiamo un sorrisetto. Poi a casa, se Emanuele ne sente il bisogno, ne riparliamo". Quello di Chiara è un piccolo trucco rassicurante, ma ogni genitore che conosce il suo bambino, può inventarne uno che possa calzare perfettamente la situazione. L'importante è raccogliere l'ansia del proprio figlio e aiutarlo a convincersi delle sue qualità, magari usando esempi tratti dal mondo dello sport, della televisione, o delle favole. Nello sport ci sono grandi campioni che hanno saputo costruire il successo sulle loro doti atletiche. Basti pensare a Juri Cechi, campione agli anelli, o a Giuseppe Di Capua, timoniere dei fratelli Abbagnale, o a Del Piero, capitano della Juventus. Per le bambine possono rappresentare un simbolo ballerine del calibro di Oriella Dorella, ex étoile del Teatro alla Scala, e Heather Parisi, showgirl simbolo degli anni '80. Potrebbe essere divertente lanciare una ricerca in Internet per curiosare sulle altezze dei grandi attori da Oscar. E che dire di Pollicino o di Kirikù e la Strega Carabà? Il primo, grazie alla sua prontezza, riesce a vincere l'orco, a salvare i fratelli e a risolvere tutti i guai dei genitori. Il secondo, grazie ad una straordinaria intelligenza, sconfigge la strega malvagia trasformandola in una bellissima giovane donna, e libera l'intero villaggio, che ritrova la serenità. In ogni caso occorre evitargli di esporsi quando è in compagnia dei suoi compagni. Se quello dell'altezza è per lui un motivo di attrito anche in classe è bene parlarne con la maestra per trovare insieme delle strategie per proteggerlo dai giudizi che potrebbero minare la sua autostima. Il rispetto passa attraverso l'accettazione delle proprie debolezze, alla luce dei propri talenti. Educare significa più che altro "tirare fuori", "far uscire", ciò che di buono e bello è già dentro individuo, unico e irripetibile.Essere genitori può dunque rappresentare oggi un compito difficile, ma quante occasioni dietro ogni piccola grande esperienza.
Niente urla: siamo genitori, suona difficile, ma è così. Niente sculacciate, perché rendono i bambini aggressivi e non li aiutano a costruire la loro autostima, e adesso vietato anche alzare la voce: non educa e gli effetti non sono ancora stati esplorati. Secondo un articolo apparso recentemente sul New York Times, molto si è fatto per analizzare le conseguenze delle sculacciate, ma molto resta da fare per verificare quelle delle urla. Pare infatti che alzare la voce sia l'ultimo ritrovato per evitare la sberla, quando mamma e papà non ne possono più. Come dire... meglio alzare la voce delle mani. Una ricerca condotta su quasi mille genitori e pubblicata nel lontano 2003 sul Journal of Marriage and Family ha rilevato che, degli intervistati, quasi il 90% aveva ammesso di aver urlato almeno una volta nel corso dell'ultimo anno. Chi non l'ha fatto alzi la mano. Urlare però amplifica lo stress e innesca un'esplosione di emozioni sempre più forti. D'altra parte, c'è da comprendere: cosa può fare un genitore quando ha finito le spiegazioni e non sa come gestire la rabbia, o peggio, l'indifferenza del proprio figlio? Ad esempio, si può contare fino a 10. Ritrovare la calma non è semplice e forse vale la pena cercare di evitare di arrivare al conflitto aperto con i propri figli. Per questo è utile comprendere prima i propri limiti e avvisare il bambino quando si comincia a sentire un senso di bruciore che sale dallo stomaco e si concentra in gola. Meglio esprimere in modo chiaro ciò che non è gradito, senza alterare il volume, ma cambiando il tono e lo sguardo. Il linguaggio non verbale è molto efficace e, come più delle parole servono esempi, anche in questo caso contenersi offre al bambino la possibilità di misurarsi sui suoi e sui vostri "margini di libertà" per imparare a controllarsi. Un'altra idea potrebbe essere quella di allontanarsi fisicamente e, se il piccolo non va nella sua stanza, è utile lasciarlo comunque solo per un po' affinché si renda conto che il suo comportamento non è tollerato. Con i più piccoli funziona spesso introdurre una novità, qualcosa che riesca a distoglierli dalla rabbia, qualcosa che attraverso il gioco permetta di riconoscere le emozioni e di darvi sfogo in modo più costruttivo. Ad esempio, fare una piramide con le costruzioni e lasciare che la distrugga, può restituirgli il sorriso. E proprio il sorriso e la capacità di sdrammatizzare possono diventare gli strumenti più potenti per ritrovare un po' di quiete, prima che scoppi la prossima tempesta. L'importante è non colpevolizzare il bambino se sta contribuendo a rovinare la cena e non colpevolizzare nemmeno sé stessi se fa capolino tra i pensieri un certo senso di... inadeguatezza. Tutto ha una fine e ogni esperienza è una lezione.