Arrosto: i consigli dallo chef Alessandro Circiello
Tutti i consigli sulle tecniche necessarie a ottenere un arrosto perfetto, così da stupire ospiti e familiari.
Tutti i consigli sulle tecniche necessarie a ottenere un arrosto perfetto, così da stupire ospiti e familiari.
Questa zuppa è un piatto che può essere servito come piatto unico se rinforzata con una ricca manciata di parmigiano e dei dorati crostini di pane. È utilissima se siete a dieta poiché è priva di grassi ma molto molto saporita. Può essere un buon metodo per far mangiare le verdure anche ai vostri bambini. Rapida e di facile esecuzione può essere un buon jolly per le vostre fredde serate.
Stanchi del solito pollo? Oggi vi presento la ricetta con le verdure tricolore: patate, carote e fagiolini. Cosa cambia, direte voi? Beh, basta provare a prepararla. Il pollo si fonde e non si accompagna alle verdure, come al solito, diventando una portata gustosa, gratinata al forno. Curiosi? Cimentatevi pure.
Bianco o rosè, Alta Langa DOCG è un vino perfetto per accompagnare l’intero pasto, da degustare sempre e non solo nelle occasioni di festa o negli eventi ufficiali. Alta Langa sta ad indicare le bollicine piemontesi prodotte con il metodo classico. Il metodo tradizionale di fermentazione in bottiglia e il millesimo obbligatorio garantiscono la qualità del vino. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha approvato la DOCG Alta Langa il 21 febbraio 2011 con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 9 marzo 2011. Zona di produzione e vitigni Le uve dalle quali si ottiene Alta Langa DOC vengono prodotte in una zona che comprende i terreni collinari situati nei territori di 142 comuni, nelle province di Cuneo, Asti ed Alessandria, alla destra del fiume Tanaro. Alta Langa Doc si ottiene dai vitigni Pinot Nero e/o Chardonnay 90-100%: per l’eventuale percentuale rimanente possono concorrere solo le uve di altri vitigni non aromatici, autorizzati in Piemonte. Per circa 350 mila bottiglie occorrono poco più di seimila quintali di uve Pinot Nero e Chardonnay raccolte a mano e pressate ancora intere. Caratteristiche organolettiche Alta Langa DOCG si può degustare nelle tipologie bianco o rosè. Alta Langa spumante bianco ha colore brillante, giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdi; profumo finissimo, intenso, fruttato con prevalenza di vaniglia e miele; gusto armonico e avvolgente con leggero sentore di mandorla. Alta Langa rosè ha un piacevole color rosa cipria, profumo speziato con sentori di mela golden e rosa canina, sapore intenso con sentori agrumati. Bianco o Rosè è un Brut millesimato, ma si può trovare anche Pas dosé ed Extra dry. Alta Langa DOCG a tavola Alta Langa DOCG è lo spumante ideale per gli aperitivi ma anche per accompagnare tutto il pasto in quanto, come accennato, esiste nelle tipologie bianco e rosè. Comunque si accompagna bene agli antipasti a base di pesce e frutti di mare, ai primi piatti come risotti e paste lunghe condite con verdure e pesce o con il tartufo, ai secondi di pesce e di carne, ai piatti a base di carni rosse brasate e stufate in particolare nella tipologia rosè. Nulla vieta, però, di accostarlo al cotechino con lenticchie, alla tradizionale fonduta, ai flan di verdure. È d’obbligo, invece, sul fritto misto di terra e di mare, con le grigliate di pesce e di verdura e...con il parmigiano. Si consiglia la temperatura di 8-10°C. Una nota per la stappatura: evitare il cosiddetto “botto” e tenere la bottiglia inclinata con l’imboccatura verso l’alto, ruotare il tappo lentamente e altrettanto lentamente far fuoriuscire il vino dal collo della bottiglia, continuando a mantenere la bottiglia inclinata finché non saranno usciti tutti i gas di superficie. Il calice di Giugiaro Design per Alta Langa DOCG Giugiaro Design ha ideato in esclusiva per Alta Langa DOCG il calice da degustazione “Grande” per esaltarne il perlage, il profumo e il grande fascino. Il calice disegnato per il Consorzio Alta Langa è stato presentato a Fontanafredda il 21 novembre 2012, nell’ambito del progetto di comunicazione “Orgoglio piemontese”, che prevede una serie di eventi sul territorio e all’estero per promuovere il pregiato spumante metodo classico millesimato piemontese. Il calice è un vero e proprio oggetto di design con particolari caratteristiche: una base stretta per facilitare l’esplosione delle bollicine e guidarle verso l’alto, qui il calice si allarga per esaltare i profumi del vino. A completare il calice una zigrinatura elicoidale sullo stelo, che agevola l’impugnatura ed evita di poggiare le dita o tutta la mano sotto il bevante e sul piede, caratterizzato da una particolare modellazione del vetro quasi a simboleggiare il dolce ondulare delle colline piemontesi. Un po' di storia Carlo Gancia, rientrato in Piemonte da Reims nel 1850 dopo un'esperienza diretta del metodo champenoise presso una prestigiosa maison di quella città, era tornato con l'intenzione di ottenere anche in Piemonte quel tipo di vino. Convinto che, per realizzare la sua idea, dovesse adattare il metodo di vinificazione champenoise a qualche uva del territorio con caratteristiche simili a quelle dei Pinot, individuò sopratutto nel Moscato il tipo di uva adatto a fare uno spumante dolce. Condusse lo stesso esperimento anche sulle uve Pinot Nero e Chardonnay ed in seguito affiancò al “Moscato Spumante” una produzione di “Spumante tipo francese”. Carlo Gancia favorì la diffusione dei Pinot e Chardonnay tra i viticoltori del circondario di Canelli per poter disporre di una certa quantità da impiegare nella produzione dei suoi spumanti secchi. Tra questi, il cavalier Boschiero di Asti che, verso il 1870, impiantò nel suo podere “La Galleria” diversi ettari di Pinot nero, grigio e bianco per tentare la produzione di spumanti tipo Champagne. Poiché le uve di questi impianti avevano dato ottimi risultati, la ditta Fratelli Gancia le acquistò in blocco. Entro il 1920, poche ma grandi imprese si dedicarono quasi esclusivamente alla produzione vinicola piemontese. Ebbe così inizio l’esportazione dei vermouth, poi anche quella degli spumanti, non solo l’Asti inventato da Carlo Gancia, ma anche il cosiddetto “Champagne italiano”, che nei listini di vendita della casa di Canelli portava tra parentesi l’indicazione Pinot. È nato così il primo gruppo di viticoltori che ha partecipato alla nascita del progetto Alta Langa Docg. La denominazione “Alta Langa” è partita con il Progetto Spumante Metodo Classico in Piemonte. Consorzio di Tutela Alta Langa Via Valtiglione 73 Isola D’Asti (AT) Tel: 0141/960911 Fax: 0141/960950 photo credit: Doyouwine via photopin cc https://www.diredonna.it
Ci sono frutti che si associano ai dolci meglio di altri. Questo è innegabile. E pensare alle dolcissime prugne fa già immaginare quanto possa essere delizioso un dessert di cui sono protagoniste. Latte, uova, farina e un pizzico di Cognac: gli altri ingredienti son quelli tipici, ma questo tortino è decisamente fuori dal comune.
Il timballo è una vera salvezza. Come la pasta al forno in generale. Ma il riso con le verdure in versione timballo è molto amato da tutte le mamme che spesso riescono solo così a ingannare i loro bambini, da sempre acerrimi nemici delle verdure a tavola. Una ricetta da provare e preparare, anche per pranzi e cene dei giorni successivi.
Piatto ricco, mi ci ficco! Amiamo tutti la parmigiana di melanzane ma in questa ricetta troverete qualche ingrediente in più. Carne, tra le quali scegliere quella che preferite, e una besciamella fatta in casa. Come rendere ricco ancor di più un piatto già molto ricco, ancora più ben voluto se si pensa a quanto è buono il giorno dopo la cottura!
La frutta flambé è un vecchio classico, ma perché limitarsi solo alle banane? Gli spiedini di frutta ci permettono di sperimentare il sapore che questa speciale cottura può dare anche ad altri frutti. Una dolce crema per coprire, liquore per scaldare e via. Il divertimento è assicurato, tanto quanto il gusto.
La montagna a cosa vi fa pensare? Cielo limpido, pascoli incontaminati, boschi dove crescono funghi di prima scelta, pascoli per carni ad alta qualità. Ecco spiegato il nome di questo delizioso piatto di pasta ripiena al forno, condito con tutti questi ingredienti e una salsa fatta in casa intramontabile: la morbida e squisita besciamella.
Un antipasto è il bigliettino da visita di un pranzo o di una cena e per quanto sia necessario prepararlo in fretta, tutto deve essere perfetto. Ecco perché questa ricetta è così semplice da poterla portare in tavola ad occhi chiusi ma mette insieme due ingredienti dal gusto delicato e una marinata mediterranea sana e stuzzicante. Potrete dire et voilà, con il sorriso sulle labbra.
In una zona montuosa e ricca di boschi, torrenti montani e pascoli come quella del Vulture a nord della Basilicata si produce questo vino prediletto da Federico II, il grande Imperatore che definì la Lucania “stupor mundi”. Approfondiamone la conoscenza... Zona di produzione e vitigni L'Aglianico del Vulture Superiore si produce nella zona che comprende i comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, escluse le tre isole amministrative di Sant'Ilario, Riparossa e Macchia del comune di Atella, in provincia di Potenza. Vitigno aglianico 100% tipicamente meridionale, introdotto dai greci. Sono idonei alla produzione solo i vigneti ubicati su terreni collinari di origine vulcanica o di idonea costituzione, situati a un'altitudine tra i 200 e i 700 metri sul livello del mare e iscritti nell’apposito Albo. Caratteristiche organolettiche L'Aglianico del Vulture Superiore ha colore rosso rubino intenso tendente al granato con riflessi aranciati dovuti all’invecchiamento; profumo intenso e gradevole; sapore secco, persistente, giustamente tannico, armonico e vellutato con l’affinamento, lieve sentore di legno per l'invecchiamento obbligatorio di almeno 12 mesi in contenitori di legno e almeno 12 mesi in bottiglia e immissione in commercio dal 1° novembre del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve. Titolo alcolometrico volumico minimo 13,5%. La prima DOCG della Basilicata La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Aglianico del Vulture Superiore” è riservata al vino già riconosciuto a denominazione di origine controllata con D.P.R. del 18 febbraio 1971, che risponde alle condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione e prevede la tipologia Aglianico del Vulture Superiore “Riserva”. Infatti, con Decreto del 2 agosto 2010 e approvazione del disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale n. 188 del 13 agosto 2010, all'Aglianico del Vulture Superiore è stata conferita la DOCG, prima DOCG della Basilicata che ha ottenuto il riconoscimento a DOCG dopo l’ottenimento della DOC. Il 28 marzo del 2012 è stato emesso anche il Francobollo Aglianico del Vulture Superiore DOCG. Si ricorda che Poste Italiane ha emesso, dal 24 marzo 2012, il foglio "Vini Italiani DOCG" di 15 francobolli del valore di 9,00 EURO dedicato alle eccellenze enogastronomiche d'Italia. Ogni francobollo di 60 centesimi di 15 vini di 15 Regioni d'Italia mostra la denominazione, un vigneto ed un grappolo d'uva. L'Aglianico del Vulture Superiore DOCG a tavola Come abbiamo detto in apertura, è un vino “forte e tannico” per accompagnare piatti dal gusto intenso e piccante. Si abbina ad arrosti di carni bianche e rosse, pollame, pollame nobile e selvaggina, anche in preparazioni elaborate. La temperatura di servizio è di circa 18°C. Naturalmente ideale l'abbinamento con i cibi del territorio: con i famosi cavatelli con pomodoro, fagioli e cacioricotta o cima di rapa, con le lagagne, simili a tagliatelle e condite con ceci, aglio peperoncino e cotiche di maiale. Ottimo anche con i salumi locali, salsiccia o sopressata spesso aromatizzate con peperoncino e con le carni di pecora, agnello o montone cotte alla brace. Un po' di storia L’Aglianico è stato introdotto molto probabilmente dai greci attorno al VI secolo a. C. e ribattezzato poi dai Romani “vitis ellenica” da cui produssero il famoso Falerno, uno dei vini più apprezzati nell’antichità. La Lucania era la zona preferita dall'Imperatore Federico II, che vi soggiornava soprattutto per praticare i suoi sport preferiti. Ne sono testimonianza i castelli che lui fece costruire a poca distanza l’uno dall’altro a Melfi, Lagopesole, Palazzo S.Gervasio, Castel del Monte ed altri. Le sue tradizioni rimangono oggi nel meraviglioso Parco della Grancia, vicino Potenza, dove è possibile rivivere l’antica atmosfera e la tradizione medievale mediante varie rappresentazioni teatrali di Falconeria. https://www.diredonna.it
Il pesce azzurro è consigliato da dietologi e nutrizionisti per le sue peculiarità nutritive. Il suo costo lo rende ancora più appetibile, per ricette semplici, sane e low cost. Questo piatto con alici fresche tritate, arricchito con bietole e funghi mette insieme gusto e bontà. Grazie anche ad altri ingredienti, come il pane e l'olio d'oliva, che rendono la cucina mediterranea regina di una tavola nutriente ed equilibrata.
Fragole, certo. Ma se non sono di stagione? Potete optare per un altro frutto. La ricetta rimane pressoché invariata. Spumante, rigorosamente secco. Gelatina alimentare, da acquistare in supermercato, e tanta menta fresca finale. Un dessert freddo da gustare sempre, anche nelle calde notti d'estate.
Vi starete chiedendo: perché si chiamano Fusilli al telefono? Forse perché questa ricetta è così semplice da preparare che si può farlo stando al telefono con le amiche. Dettando gli ingredienti, magari, per realizzare a distanza lo stesso piatto. Un tripudio di verdure, con pasta al dente e tocco finale: la mozzarella che fila!
Un ottimo secondo piatto di pesce e verdure, leggero tanto da poterlo definire quasi dietetico. Una pietanza decisamente estiva, che prevedere un raffreddamento in frigorifero capace di esaltare ancora di più aromi, profumi e sapori di questo connubio terra-mare inconfondibile.
Amate la Nutella anche voi? (Chi non la ama!) E allora amerete anche questo squisito dolce da forno che contiene lo stesso segreto del successo della famosa crema da spalmare: le nocciole. Sentore di limone e panna montata fanno il resto. La vostra cucina si inebrierà di un odore da acquolina in bocca. Ideale per finire in dolcezza un pasto o una cena.
Mare e monti. Facile a dirsi e altrettanto facile a farsi. Con questa ricetta potrete arricchire la pasta con ingredienti diversi tra loro amalgamandoli in una portata unica, completa, leggermente piccante e soprattuto assolutamente deliziosa.
Il Grignolino d'Asti DOC è un vino dalla personalità netta e decisa, straordinario e unico nel suo genere: “testabalorda, anarchico e individualista” lo definiva Luigi Veronelli negli anni Sessanta in una delle sue prime "Guide all’Italia Piacevole". Zona di produzione e vitigni Il Grignolino d'Asti DOC si produce in 35 comuni della provincia di Asti, proprio nel cuore dell’Astigiano, patria universalmente riconosciuta del Barbera e del Moscato. Il vino Grignolino d’Asti DOC dev'essere ottenuto esclusivamente da uve Grignolino. Possono concorrere alla produzione le uve provenienti dal vitigno Freisa fino a un massimo del 10%. Caratteristiche organolettiche Il Grignolino d'Asti DOC si presenta con colore rosso rubino più o meno tenue con riflessi granata; profumo delicato con sentore fruttato e di sottobosco e spesso con caratteristici sentori di pepe bianco; sapore raffinato, asciutto per la tipica presenza di tannini con retrogusto gradevolmente amarognolo. Il Grignolino d'Asti DOC a tavola Vino da tutto pasto, si adatta ad antipasti e ai primi, a piatti leggeri moderatamente grassi. Ottimo con i salumi, le minestre asciutte e in brodo, le torte di verdura, arrosti di carne bianca, l'anatra e il pollame pregiato, le fritture, le frittate e altri piatti di mezzo tipici del Piemonte. A molti piace con il pesce. Si serve giovane a temperatura ambiente. La giusta temperatura di degustazione può variare tra i 15° e i 18°. Particolarmente indicato per fritto misto alla piemontese, agnolotti, fave, formaggi semi-duri, spiedini. Un po' di storia Il vitigno Grignolino trova le sue origini nella zona del Monferrato, tra Asti e Casale, ma in seguito si è diffuso in altre aree del Piemonte e della Lombardia, dove un tempo era conosciuto anche come Barbesino. Giuseppe Acerbi ne parla nel 1825 nel suo celebre trattato di viticoltura. Nel 1891 ne elogiò l'alta qualità Umberto I di Savoia, in occasione della sua venuta ad Asti all'Esposizione e Fiera dei vini nazionali. Infatti, il Grignolino era un vino molto usato alla corte dei Savoia, che avevano l'abitudine di berlo soprattutto con il pesce. Per questo era chiamato il vino delle regine, come recita lo slogan della festa del Grignolino che si svolge a Migliandolo nel mese di maggio. La fine dell'Ottocento rappresenta uno dei momenti di gloria nella storia del Grignolino Curiosità Il suo nome è forse dovuto all'elevato numero elevato di vinaccioli, che in dialetto si chiamano "grignole''. Del Grignolino Mario Soldati ha detto: "Il Grignolino, tra tutti i vini piemontesi è certamente il più delicato. Insomma, non si adatta assolutamente alla brutalità del consumismo". NOTA Il Grignolino d'Asti DOC è promosso e tutelato dal Consorzio di Tutela Vini d’Asti e del Monferrato. photo credit: Ristorante Cannon d'Oro & Vecchio Castagno via photopin cc http://www.ricettepercucinare.com
Bastano davvero pochi minuti per un antipasto con i fiocchi. A fare la differenza una salsa creata con pochi ingredienti: maionese, senape e yogurt. Ma è proprio questa salsa, ottima anche per condire secondi piatti di pesce, a rendere questo antipasto un vero apripista gustoso.
Un antipasto molto veloce e una ricetta doppia. Perché per arricchire il cavolo, il sedano, i ravanelli e i peperoni protagonisti dell'antipasto scopriamo insieme anche come preparare la salsa alla maionese con senape e yogurt. Una salsa ottima anche per condire le insalate o per accompagnare pesci bolliti.
Dal 7 al 10 aprile 66 aziende presenti a Verona per il più importante Salone italiano del Vino. Franciacorta sarà presente all’interno del Palaexpo Stand B/C 14 (lato Nord, 2° piano) con 50 cantine (area Franciacorta) e con altre 16 presenti nei padiglioni esterni al Palaexpo. In un’area espositiva interamente dedicata, Franciacorta celebrerà insieme a quanti sceglieranno di vivere ‘l’esperienza Franciacorta’, l’eleganza di un prodotto riconosciuto come uno dei più autorevoli ambasciatori del made in Italy e la bellezza di un territorio ricco di storia, cultura, tradizioni capaci di affascinare e coinvolgere ogni appassionato del ‘buon gusto’. Quest’anno nella Sala riservata, allestita all’interno dell’area Franciacorta, si terranno eventi e degustazioni su invito di particolare interesse, organizzati dal Consorzio Franciacorta e dalle aziende presenti a Vinitaly.
Un fine pasto da gran gourmet. Un mix speciale di frutta in versione dessert: ecco a voi la meridiana di frutta. Una ricetta che vi permette di scoprire come realizzare base, crema e decorazione di una delle torte alla frutta più buone che ci siano.
E' un secondo piatto di facile preparazione e dal sapore decisamente molto delicato. Aceto, capperi e pesce razza, questi gli ingredienti principali. Se non l'avete mai provata prima cosa state aspettando?
Avete un pranzo da preparare ma vorreste trovare il modo di fare tutto? Il trucco c'è: la pasta al forno. Mentre lei cuoce voi vi dedicate ad altro. Sarde, maccheroni e melanzane fritte. Quando porterete a tavola questo piatto si smetterà di parlare di calcio, politica e vacanze di natale.
La pasta al forno per quanto semplice non può essere improvvisata. Spesso usata come 'ripiego' è in realtà una vera leccornia, da preparare con ingredienti scelti e ben dosati. Maccheroni, besciamella e fegatini di pollo sono il trittico di questa ricetta, che non vi pentirete di provare e di portare in tavola.
Sappiamo bene quali sono gli ingredienti principali dei piatti tradizionali consumati il giorno della Pasqua. Ma c'è anche chi ha scelto uno stile di vita e di alimentazione diverso. Per offrire a loro un'alternativa ma anche per offrire a tutti i commensali la possibilità di stare insieme in allegria, ecco una ricetta vegetariana, per un secondo piatto ricco di gusto e molto veloce. Che la festa abbia inizio!
Un'idea per un antipasto o un intermezzo fra una portata e l'altra: un po' insolita, l'insalata di cetrioli e gamberetti, ma un po' di novità a tavola in un giorno di festa non guasta. E poi, il cetriolo è fresco e i gamberetti in genere piacciono...Proviamoli!
Il Molise Chardonnay Spumante DOC è un vino assolutamente di lusso con le caratteristiche generali di tutti i vini bianchi, caratterizzati da una vinificazione che, nelle sue varie fasi, non prevede il contatto tra vinacce e mosto in trasformazione, a differenza dei vini rossi. Zona di produzione e vitigni La zona di produzione è una vasta area regionale che comprende la maggior parte dei comuni in provincia di Campobasso e Isernia. Il Molise Chardonnay Spumante DOC è ottenuto dalle uve dell’omonimo vitigno: il disciplinare di produzione prevede che la dicitura Spumante sia riservata a quei vini prodotti con almeno l’85% di uve dei vitigni Chardonnay, Pinot Bianco e Moscato con eventuale aggiunta del 15% massimo di altre uve non aromatiche autorizzate o raccomandate nelle zone di produzione. Caratteristiche organolettiche Il vino Molise Chardonnay Spumante DOC, per alcuni aspetti, ha caratteristiche comuni a tutti i vini bianchi: colore giallo in tonalità che mutano dall'ambrato al verdolino, dal dorato al paglierino; profumo fresco floreale o fruttato; sapore delicato armonico asciutto anche vivace; gradazione alcolica minima 10,5°. Il Molise Chardonnay Spumante DOC a tavola Si abbina ad aperitivi e dessert, ma anche a piatti di pesce, in quanto è un vino da tutto pasto e quindi va benissimo anche con cavatelli, laganelle e fagioli, soppressata, ventricina, pizza di grano, caciocavallo, preparazioni a base di verdura e pesce. Il gusto e gli aromi del vino Molise Chardonnay Doc esaltano la saporita cucina e le storiche tradizioni culinarie della regione Molise. Si consiglia per il servizio il calice, la flute o la coppa ad una temperatura di 6-8 °C. Un po' di storia Plinio il Vecchio, parlando del Molise, scriveva che, nonostante la fitta presenza di vigneti, nessuno tra i vini locali aveva mai raggiunto livelli di eccellenza né aveva mai varcato i confini territoriali. Ancora nel 1982 il Molise era l’unica regione italiana che non possedeva neanche una DOC. Oggi, tuttavia, sono molti i produttori che s'impegnano per valorizzare i vini della regione anche sfruttando con criteri più razionali le potenzialità dell'ambiente favorevole alla viticoltura. Ecco perché vengono impiegati vitigni internazionali come lo Chardonnay, proprio il vitigno dal quale si produce questo ottimo spumante, all’interno della DOC Molise. Riferimenti normativi La Doc Molise è stata riconosciuta con DM del 18.05.1998 pubblicato sulla GU del 2.06.1998 photo credit: Ferruccio Zanone via photopin cc https://www.diredonna.it
Un antipasto che praticamente non ha confini. L'uovo è il simbolo della Pasqua dal nord al sud, naturalmente nelle varianti suggerite dalla fantasia e dal gusto personale. Oggi da Anna una ricetta inventata, che a qualcuno piace. Speriamo piaccia anche a voi. Buona Pasqua e...aprite il pranzo con fantasia!
Una ricetta della tradizione gastronomica pugliese, nota in Italia e in tutto il mondo. I turisti arrivano nella Regione non solo per ammirare gli splendidi paesaggi e conoscerne l'atavica cultura, ma anche per gustare i tanti prodotti locali e una gastronomia basata su ingredienti genuini e ricette che si tramandano da generazioni. Conoscenze che derivano certamente da una cultura molto antica influenzata dai vari popoli che hanno abitato questa terra, ma coltivate e arricchite con l'amore per la buona cucina che contraddistingue la gente di Puglia. L'agnello in brodetto di cui oggi vi diamo la ricetta è il fiore all'occhiello della gastronomia pasquale tipica di questa terra: molto simile all'agnello cacio e ova d'Abruzzo, se ne differisce per la presenza di verdura.