Bottega Veneta: storia del marchio
Bottega Veneta è da sempre garanzia di qualità, rigorosamente Made in Italy: ecco la storia del marchio.
Bottega Veneta è da sempre garanzia di qualità, rigorosamente Made in Italy: ecco la storia del marchio.
La storia del marchio Bottega Veneta è, rispetto a quella di altri brand, piuttosto recente ma ricca e movimentata. Non è quindi un caso se è diventato, nel corso degli anni, prestigioso simbolo del Made in Italy amatissimo anche all’estero.
Andiamo per ordine, ovvero dal nome Bottega Veneta: è stato scelto perché questa avventura nel mondo della moda nasce proprio in una dimensione artigianale, localizzata nel Veneto. A fondare l’azienda, nel 1966 a Vicenza, sono stati Renzo Zengiaro e Michele Taddei, ma negli anni ’70 è entrata in gioco anche l’ex moglie del secondo (Laura), a cui è andata parte delle quote aziendali dell’ex marito.
Il brand inizia a farsi notare grazie ai suoi prodotti di pelletteria e alla particolare lavorazione a intreccio eseguita con grande cura dai suoi artigiani, ancora oggi considerato il suo marchio di fabbrica.
Altri elementi vincenti: le linee raffinate dei prodotti e il fascino di un design no-logo, a cui si associa la fortunata campagna pubblicitaria “When your own initials are enough”, che spopola letteralmente negli anni’70.
Nel decennio successivo vediamo Bottega Veneta crescere e volare fino a New York, dove conquista in pochissimo tempo tutto il jet set, ovvero miliardari, professionisti e personaggi dell’arte e dello spettacolo. Un nome su tutti: Andy Warhol, innamorato della moda italiana, che non si limita a fare shopping in boutique ma realizza persino un cortometraggio per il brand (diventato, ovviamente, un cult).
Negli anni ’90 continua il suo percorso, andando oltre la pelletteria e dedicandosi anche all’abbigliamento (sia per donna che per uomo), alla bigiotteria (e gioielleria), arrivando fino agli elementi d’arredo.
Nel 2001 la svolta: anche Bottega Veneta diventa straniera. Per la precisione viene acquistata dal gruppo Kering, ovvero dall’ex gruppo Gucci. L’entrata in scena di un direttore creativo come Tomas Maier porta un’ulteriore ventata di innovazione e classe al marchio che ottiene subito consensi a livello internazionale.
Questo cambio non fa che ampliare il giro di affari: da un lato ci sono collezioni con prodotti di ogni tipo (compresi orologi, profumi, scarpe e occhiali da sole), dall’altro la diffusione di lussuose boutique in ogni angolo del mondo (non solo Europa e Stati Uniti, ma anche Asia e Australia).
Grandi ritorni, come il bauletto e la baguette, e piccole grandi sorprese, come le micro handbag e le maxi pochette: le borse di tendenza da avere questo autunno giocano con dimensioni, materiali e colori inaspettati.
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