Battito cardiaco sotto sforzo e a riposo: i valori ottimali
I valori ottimali del battito cardiaco, sia a riposo sia in situazioni di sforzo: scopriamo quali sono e da cosa sono influenzati.
I valori ottimali del battito cardiaco, sia a riposo sia in situazioni di sforzo: scopriamo quali sono e da cosa sono influenzati.
Il battito cardiaco e la frequenza cardiaca possono variare a seconda delle attività svolte, degli sforzi compiuti ma anche in base all’età che si ha. La frequenza cardiaca, più in particolare, sta ad indicare il numero di battiti che il cuore compie in un minuto e conoscerne i valori ottimali, sia a riposo sia sotto sforzo, può essere utile per individuare alcune anomalie che potrebbero comportare anche conseguenze piuttosto serie.
La frequenza cardiaca, a riposo, dovrebbe mantenersi entro i livelli che a breve saranno elencati. Qualora scendano al di sotto di questi, possono verificarsi episodi di bradicardia; mentre se salgono, può invece verificarsi la più nota tachicardia. I valori ottimali a riposo sono i seguenti:
La frequenza cardiaca può essere influenzata da momentanee situazioni di stress, tende a essere più bassa quando si riposa e più alta dopo aver consumato un pasto (si consiglia di misurarla quando si è a riposo infatti). Coloro che praticano sport, poi, tendono ad avere una frequenza cardiaca più bassa.
Per quanto riguarda invece la soglia massima di frequenza cardiaca che ogni soggetto può raggiungere, quando si trova sotto sforzo, esiste un calcolo piuttosto preciso per sapere quale sia la propria. Il valore di base da cui partire è quello di 220 battiti al minuto (ossia la soglia massima di frequenza cardiaca che un soggetto umano può raggiungere sotto sforzo): a questo va poi sottratto il numero di anni del soggetto interessato e si ottiene così la soglia massima di frequenza cardiaca sotto sforzo a cui si può arrivare. Superare la frequenza cardiaca massima sotto sforzo può risultare piuttosto pericoloso per la propria salute ed è bene quindi prestare particolare attenzione.
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