I regali per il matrimonio secondo il galateo
Cosa dice la buona educazione su busta con i soldi e lista di nozze, su budget e bonifici bancari come regali di matrimonio?
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Per crescere adulti sicuri e consapevoli è bene educare i figli al rispetto e all'autostima: ecco consigli e idee su come fare.
Dal riordinare i giochi all'aiutare nelle faccende domestiche, ecco 10 regole di casa per i bambini in grado di semplificare la quotidianità in famiglia.
Le regole a scuola da rispettare sono fondamentali per convivere civilmente e per far sì che tutto si svolga nel migliore dei modi: ecco la guida.
Il galateo è l'insieme delle norme di comportamento con cui si può identificare la buona educazione: ecco 10 errori comunini che tutti commettono.
Dare delle regole, imparare a dire di no, restare calmi, responsabilizzare: ecco alcuni consigli che possono essere d'aiuto per farsi rispettare dai figli.
Quali sono le più ricorrenti cose che i bambini fanno di nascosto dai genitori? Quali sono o potrebbero essere i pericoli? Ecco 10 situazioni possibili.
Educare i bambini può rivelarsi un compito difficile perché i piccoli non sono tutti uguali: ecco 10 regole per far sviluppare in loro comportamenti sani.
I capricci dei bambini non sono tutti uguali: c'è un tempo per i no e un tempo per le regole, poche ma inflessibili.
"Mamma, a scuola mi prendono in giro e mi dicono che sono basso!". A qualche genitore sarà capitato di tornare a casa dal lavoro e vedersi correre incontro il piccolo con il faccino triste. A volte i compagni sanno essere spietati o, più probabilmente, sono semplicemente spontanei e lasciano che le parole corrano più veloci dei pensieri. Cosa potrebbe fare allora un genitore per placare il misto di rabbia e tristezza del proprio figlio e aiutarlo in seguito ad affrontare il problema della altezza rappresenta per lui un vero problema, forse insormontabile dal suo punto di vista. Per questo sta cercando un conforto e una soluzione. Per dare il "giusto peso" è importante scegliere dove sedersi insieme e con calma: può essere sufficiente la cucina o la sala se non ci sono fratellini o amichetti che possono disturbarlo mentre cerca di trovare le parole per raccontarsi. Se lo si nota un po' in imbarazzo, mentre guarda un po' di qua e un po' di là, si può provare a chiedergli dove preferisce stare, magari si sente più tranquillo sul tappeto in camera sua. Roberta Portelli, psicoterapeuta a Brescia consiglia di mettere in campo tutto ciò che possa aiutarlo a considerarsi in termini di "pienezza". "Occorre farlo sentire amato e accettato così com'è", suggerisce la dott. Portelli, "facendo in modo che si renda conto delle sue caratteristiche positive, delle sue abilità". Emanuele ha 7 anni, fa la seconda elementare, ma spesso lo scambiano per un bambino della materna. Lui ci rimane male e la mamma ha imparato a cogliere questa sua preoccupazione e a sostenerlo. "Abbiamo inventato un codice", racconta Chiara, la mamma, "quando sentiamo pronunciare la parola "piccolo" ci tocchiamo la punta del naso e ci scambiamo un sorrisetto. Poi a casa, se Emanuele ne sente il bisogno, ne riparliamo". Quello di Chiara è un piccolo trucco rassicurante, ma ogni genitore che conosce il suo bambino, può inventarne uno che possa calzare perfettamente la situazione. L'importante è raccogliere l'ansia del proprio figlio e aiutarlo a convincersi delle sue qualità, magari usando esempi tratti dal mondo dello sport, della televisione, o delle favole. Nello sport ci sono grandi campioni che hanno saputo costruire il successo sulle loro doti atletiche. Basti pensare a Juri Cechi, campione agli anelli, o a Giuseppe Di Capua, timoniere dei fratelli Abbagnale, o a Del Piero, capitano della Juventus. Per le bambine possono rappresentare un simbolo ballerine del calibro di Oriella Dorella, ex étoile del Teatro alla Scala, e Heather Parisi, showgirl simbolo degli anni '80. Potrebbe essere divertente lanciare una ricerca in Internet per curiosare sulle altezze dei grandi attori da Oscar. E che dire di Pollicino o di Kirikù e la Strega Carabà? Il primo, grazie alla sua prontezza, riesce a vincere l'orco, a salvare i fratelli e a risolvere tutti i guai dei genitori. Il secondo, grazie ad una straordinaria intelligenza, sconfigge la strega malvagia trasformandola in una bellissima giovane donna, e libera l'intero villaggio, che ritrova la serenità. In ogni caso occorre evitargli di esporsi quando è in compagnia dei suoi compagni. Se quello dell'altezza è per lui un motivo di attrito anche in classe è bene parlarne con la maestra per trovare insieme delle strategie per proteggerlo dai giudizi che potrebbero minare la sua autostima. Il rispetto passa attraverso l'accettazione delle proprie debolezze, alla luce dei propri talenti. Educare significa più che altro "tirare fuori", "far uscire", ciò che di buono e bello è già dentro individuo, unico e irripetibile.Essere genitori può dunque rappresentare oggi un compito difficile, ma quante occasioni dietro ogni piccola grande esperienza.
Niente urla: siamo genitori, suona difficile, ma è così. Niente sculacciate, perché rendono i bambini aggressivi e non li aiutano a costruire la loro autostima, e adesso vietato anche alzare la voce: non educa e gli effetti non sono ancora stati esplorati. Secondo un articolo apparso recentemente sul New York Times, molto si è fatto per analizzare le conseguenze delle sculacciate, ma molto resta da fare per verificare quelle delle urla. Pare infatti che alzare la voce sia l'ultimo ritrovato per evitare la sberla, quando mamma e papà non ne possono più. Come dire... meglio alzare la voce delle mani. Una ricerca condotta su quasi mille genitori e pubblicata nel lontano 2003 sul Journal of Marriage and Family ha rilevato che, degli intervistati, quasi il 90% aveva ammesso di aver urlato almeno una volta nel corso dell'ultimo anno. Chi non l'ha fatto alzi la mano. Urlare però amplifica lo stress e innesca un'esplosione di emozioni sempre più forti. D'altra parte, c'è da comprendere: cosa può fare un genitore quando ha finito le spiegazioni e non sa come gestire la rabbia, o peggio, l'indifferenza del proprio figlio? Ad esempio, si può contare fino a 10. Ritrovare la calma non è semplice e forse vale la pena cercare di evitare di arrivare al conflitto aperto con i propri figli. Per questo è utile comprendere prima i propri limiti e avvisare il bambino quando si comincia a sentire un senso di bruciore che sale dallo stomaco e si concentra in gola. Meglio esprimere in modo chiaro ciò che non è gradito, senza alterare il volume, ma cambiando il tono e lo sguardo. Il linguaggio non verbale è molto efficace e, come più delle parole servono esempi, anche in questo caso contenersi offre al bambino la possibilità di misurarsi sui suoi e sui vostri "margini di libertà" per imparare a controllarsi. Un'altra idea potrebbe essere quella di allontanarsi fisicamente e, se il piccolo non va nella sua stanza, è utile lasciarlo comunque solo per un po' affinché si renda conto che il suo comportamento non è tollerato. Con i più piccoli funziona spesso introdurre una novità, qualcosa che riesca a distoglierli dalla rabbia, qualcosa che attraverso il gioco permetta di riconoscere le emozioni e di darvi sfogo in modo più costruttivo. Ad esempio, fare una piramide con le costruzioni e lasciare che la distrugga, può restituirgli il sorriso. E proprio il sorriso e la capacità di sdrammatizzare possono diventare gli strumenti più potenti per ritrovare un po' di quiete, prima che scoppi la prossima tempesta. L'importante è non colpevolizzare il bambino se sta contribuendo a rovinare la cena e non colpevolizzare nemmeno sé stessi se fa capolino tra i pensieri un certo senso di... inadeguatezza. Tutto ha una fine e ogni esperienza è una lezione.